L’ottagono di Santa Caterina a Cefalù diventa la location per una mostra dell’artista moldava Carolina Pascari dal titolo “Digital Catharsis”,
patrocinata dall’amministrazione comunale. L’esposizione, a cura di Carola Antonioli e Giorgia Massari di Asola Group con il coordinamento di Giovanni Ciacci, si inaugurerà, alla presenza dell’artista e psicologa, mercoledì 1 giugno 2022 (ore 18) e durerà sino fino al 12 giugno. Nei giorni successivi al vernissage, la mostra sarà visitabile dalle 17 alle 21 con ingresso libero.
La digitalizzazione del mondo porta con sé conseguenze ambivalenti: da una parte, il progresso dell’umanità, dall’altra una de-umanizzazione dell’individuo. Tempestati da informazioni e immagini, che ci rendono insensibili alla violenza ed alla sofferenza del mondo, stiamo perdendo i valori che ci rendono umani. Niente è più in grado di impressionarci o di stupirci. Questo processo psicologico suscita indifferenza, rispecchiandosi nella sfera intima e privata di ognuno di noi. La conseguenza è una non-accettazione e una negazione dei traumi personali, che vengono annegati nel nostro subconscio. Il successo dei social media ha alimentato questo fenomeno, riscrivendo in noi la concezione di “normalità”.
L’arte della psicologa Carolina Pascari si inserisce in questo contesto come una catarsi. Attraverso l’immediatezza, la spontaneità e la carica del gesto pittorico racchiuse nelle opere in mostra, l’artista stimola il pubblico ad attivare un processo di liberazione. La geometria di ogni quadro ha una simmetria introspettiva, nella quale il blu – che esprime un preciso stato emotivo – è il colore dominante. Le opere, spesso nate a seguito di sedute psicologiche con pazienti afflitti da diverse patologie, sono concepite come una provocazione, un invito ad intraprendere un viaggio personalizzato.
In un percorso che lega l’arte alla psicologia, gli eventi responsabili dei traumi o delle situazioni conflittuali emergono in superficie e vengono liberati dal subconscio. È in atto una “Digital Catharsis”.
La produzione artistica di Carolina Pascari è caratterizzata dall’approfondimento di due diverse tecniche. Una prima, costituita da opere interamente realizzate in acrilico, denota un’influenza pollockiana. Lo storicizzato artista americano, attivo tra le due guerre, fu pioniere dell’Espressionismo Astratto, corrente di rinascita rivolta contro l’accademismo Cubista e Surrealista. L’Action Painting, con la tecnica del “dripping”, è il frutto della volontà di Jackson Pollock di ottenere un risultato immediato, intenzione comune a Carolina. Tuttavia, la casualità non è sempre protagonista all’interno delle sue tele. In alcune è meno evidente rispetto che in altre, ma ne determina la costruzione dei flussi che abitano la superficie. La seconda invece, è costituita da opere legate al “Fluid Painting”, realizzate con inchiostro a base di alcool e resina epossidica. Quest’ultima, di origini più recenti, gode di una minore risonanza. Anche in questo caso però, Carolina ne segue gli insegnamenti, adattandoli al proprio percorso artistico e quindi, accompagnando ancora una volta la pittura, verso una precisa direzione. La forza della pittura prende vita a tal punto che le opere appaiono tridimensionali: in alcuni casi si crea una profondità magnetica, in altri si percepisce un avvicinamento del colore agli spettatori. In questo rapporto intimo, che ci porta a riflettere su noi stessi, siamo i protagonisti di ogni opera. Proprio come la pittura viene guidata dalla stessa artista in determinate direzioni, la psicologa guida il suo paziente nella scoperta di se stesso. Si crea quindi, un parallelismo fra il rapporto artista – colore, psicologo – paziente, basato sulle diverse volontà.
Carolina Pascari nasce a Chisinau, capitale della Moldavia, il 4 maggio 1986. Cresce nel periodo post-comunista, una giungla metropolitana senza regole nella quale si vivono conflitti politici e sociali. Il caos e la mancanza di sicurezza nel paese la spinge verso l’estero. All’età di 15 anni comincia la sua carriera da modella a Londra, poi a Parigi e infine a Milano, dove prosegue i suoi studi: prima la laurea in Psicologia, poi il Master in Psicodiagnosi Clinica.
A ventiquattro anni intraprende un percorso finalizzato a creare un connubio tra la psicologia e l’arte. All’inizio, è un modo per l’artista di mantenere un equilibrio psicologico, ma successivamente si trasforma in un viaggio all’interno dei pensieri e dei disturbi più intimi, espressi attraverso forme e colori astratti.
L’obiettivo è suscitare sensazioni e liberare la mente, per favorire un processo di emersione di associazioni inconsce.