Il lunedì successivo alla Pentecoste, a Gangi si celebra la festa dello Spirito Santo.
Se già la domenica è dedicata alla celebrazione della discesa dello Spirito Santo sulla Vergine Maria e gli apostoli, il lunedì si tiene una celebrazione speciale presso il Santuario.
Dopo due anni di sole funzioni con tanto di mascherine, igienizzanti, sedie distanziate e nessun contatto, con la fine dell’emergenza il primo weekend di giugno è trascorso in festa per l’intera comunità.
La tradizione vuole che, oltre alle funzioni mantenute presso il piazzale del Santuario, nel pomeriggio si tenga una solenne processione che prende il via dalla Chiesa Madre, adiacente a Piazza del Popolo.
Nel lungo tragitto che porta ai piedi del paese, dove è situato il Santuario, si attraversano numerose strade che conducono alle molteplici chiese, che Gangi vanta, dalle quali varie statue si uniscono alla processione. Tutte portate a spalla dai fedeli, per un totale di circa trenta statue.
La particolarità sta nella cosiddetta “corsa dei Santi” (o “miracoli”) che avviene una volta raggiunto il Santuario: i fedeli, che conducono le statue sulle spalle, effettuano una vera e propria corsa, per due volte, nello spazio che separa il cancello dal portone della chiesa, per poi entrare e rendere omaggio alla sacra immagine dello Spirito Santo, protettore di Gangi.
Tra le varie statue lignee attirano l’attenzione, in particolare, quella raffigurante San Giuseppe che procede al fianco della Madonna della Catena, entrambe fatte inchinare davanti al portone della chiesa; e la piccola statua di San Luigi, protettore degli studenti, portato a spalla da ragazzi di giovanissima età.
Più di tutte, forse, cattura molta attenzione la statua di San Cataldo, patrono di Gangi, che merita un discorso a parte. Al giorno d’oggi, infatti, quella raffigurante San Cataldo è l’unica statua che, dopo aver reso omaggio allo Spirito Santo, torna nell’omonima chiesa, situata nel centro storico, portata in spalla. Questo perché in passato, caricata la statua sul mezzo che doveva riportarla alla chiesa d’appartenenza, succedeva qualcosa per cui era impossibile il rientro. Per questo motivo si “istituì” questa tradizione per cui la statua di San Cataldo ripercorre l’intero paese “a piedi”.
Non è mancata la commozione sui volti dei moltissimi fedeli accorsi alla tradizionale processione, di coloro i quali ne hanno preso parte in prima persona, ma anche di coloro i quali hanno atteso e assistito alla parte più caratteristica: persone del posto, emigrati rientrati giusto per questi giorni di festa appena trascorsi e anche alcuni turisti curiosi.
Foto di IDA Immagini d’Autore Fratelli Dinolfo.