Dopo la candidatura a sindaco di Palermo, Ismaele La Vardera, giornalista ed ex “Iena”, ci riprova candidandosi nella circoscrizione di Palermo alle prossime elezioni regionali per il rinnovo del Parlamento Siciliano.
La Vardera, toccherà pian piano tutti i Comuni, provando a mettere in mostra sia le eccellenze locali dei vari luoghi, ma soprattutto soffermandosi a parlare con la gente per capire concretamente quali sono i problemi che i cittadini vivono nella loro quotidianità. Ha deciso di partire dalle Madonie, in particolare da Polizzi Generosa.
Da dove parte la scelta di candidarti all’ARS?
Io, cinque anni fa, ho avuto un’esperienza politica direi quasi drammatica perché ho toccato con mano cosa significa la vecchia e becera politica che non ti chiede nulla se non: “cosa vuoi in cambio se ritiri la tua candidatura a sindaco”. Mi è stato offerto di tutto, io peò ho continuato fino alla fine ad essere candidato a sindaco e la mia candidatura, ricordo che un giudice ha detto nero su bianco che era autentica! Io non ho fatto il film e basta; io ho fatto il film e tutto ciò era autentico, ho deciso di raccontare i retroscena che la gente si immagina e una cosa è immaginarla, una cosa è vederla, allora ho lasciato questa parentesi in sospeso a Palermo, sono tornato a fare il mio mestiere però, mi è rimasto quel senso di dire: “si ricorderanno di me solo perché ho fatto il fim”, che ha raccontato che non funziona nulla, niente di nuovo, altra cosa invece è proporre qualcosa di diverso. Circa un anno fa arriva la svolta, sono cominciate a “suonare nuovamente le sirene” per chiedermi di ricandidarmi a sindaco di Palermo, io ho preferito fare una scelta di campo precisa cioè quella di andare a cambiare le cose direttamente dalla testa: dalla Regione Siciliana! Non potevo dunque non farlo insieme a Cateno De Luca che ha deciso di fare della rivoluzione, una propria cifra stilistica. Allora, con tutti i rischi del caso mi sono detto: “almeno io ci ho provato”!
Solitamente, le campagne elettorali partono dalle grandi città: come mai la scelta di iniziare da questo luogo magico che sono le Madonie e in particolare da Polizzi Generosa?
“Le periferie della nostra regione sono abbandonate” Abbandonate dalla politica che si è dimenticata del fatto che questi territori devono essere centrali perché la tipologia di turismo che riescono a potere fare, un turismo rurale. Un turismo di un territorio che può essere centrale rispetto a quelli che comunque ormai, sono stati abbandonati, io prima di venire qui a Polizzi, sono stato in una struttura meravigliosa qui vicino e ho scoperto che ancora l’imprenditoria giovanile c’è e può svilupparsi ancora di più nonostante molti lasciano questi territori. Ho iniziato dunque da Polizzi Generosa perché ho fatto un appello sui social e ho detto ai ragazzi che sarei venuto, e il paese ha risposto in modo straordinario e come vedi sono convenuti tanti ragazzi e per me, vedi, questa è la migliore vittoria. Il desiderio che ho è quello di far tornare i giovani alla politica, alla quale ormai non credono più, sono qui con un megafono attaccato al mio “pandino” come vedi, per dire che è possibile un’altra tipologia di politica. Girerò tutti gli 82 comuni, tornerò sicuramente a Polizzi, sabato e domenica prossimi sarò a Castellana Sicula, Petralia Soprana e Sottana; parte dunque questo sogno che non so dove mi porterà, ma potremmo dire di averci provato.
Qui sulle Madonie si parla, purtroppo, sempre più del fenomeno dello spopolamento dei paesi e dei giovani che vanno via in cerca di fortuna: secondo te, le Madonie possono fungere da trampolino di lancio per far ripartire l’economia, la cultura tipiche di questo territorio unico. Permettendo così ai giovani di ritornare e vivere qui la propria vita umana e lavorativa, nel posto dove sono nati?
Ma, guarda, basta prendere come esempio questa struttura che ho visitato oggi, cosa hanno fatto? Hanno preso un terreno che era rurale, un terreno dove non si può costruire, e hanno dimostrato che in modo green in maniera totalmente innovativa si può fare impresa rimanendo qua. E da ogni parte d’Italia e della Sicilia vengono qua per dire cosa? Tornando alla terra, anche ad un turismo in cui l’economia è circolare, perché non soltanto lavorano loro ma bensì fanno lavorare l’intera comunità polizzana, è la prova che in Sicilia si può rimanere anche grazie al progetto “Resto al Sud” che gli ha finanziato questa parte del progetto. Bisogna però che la burocrazia non metta il bastone tra le ruote perché quando vuoi fare una roba del genere, la difficoltà qual è? Autorizzazioni e contro autorizzazioni, devi passare da tante “chiese”, se non hai l’amico o il politico di turno nell’ufficio giusto chiaramente non ti offre lo spazio che meriti, allora la politica deve ritornare ad essere per tutti, senza raccomandazioni perché non è possibile il fatto che se non hai raccomandazioni e amicizie giuste allora sei tagliato fuori. Questo è il nostro percorso, non stiamo offrendo nulla che non un sogno, poi la gente se lo recepirà e vedo che inizia a recepirlo, vuol dire che lo abbiamo saputo trasferire.
Giovanni Azzara