“L’ha colpita e poi l’ha bruciata. Ha agito con crudeltà e premeditazione per punirla”:
questo è quanto ha sostenuto in aula il Pubblico Ministero di Termini Imerese Giacomo Barbara che ha chiesto l’ergastolo per Pietro Morreale, allora fidanzato di Roberta Siragusa.
Il 24 gennaio 2021 il cadavere di Roberta, 17 anni, è stato ritrovato nei pressi del campo sportivo di Caccamo. Il corpo era stato dato alle fiamme. Per il femminicidio della ragazza è stato accusato il fidanzato, Pietro Morreale di 21 anni.
La tesi del Morreale invece è che Roberta si sia tolta la vita. La giovane si sarebbe cosparsa di benzina e si sarebbe data fuoco dopo un violento litigio avvenuto a bordo dell’automobile. Una tesi inconcepibile e insostenibile, secondo il PM. Un’ipotesi, quella del suicidio, che sarebbe smentita dall’autopsia eseguita dal consulente tecnico a cui il GIP ha affidato l’incarico. Il medico ha ribadito che si è trattato di un femminicidio e che la giovane è morta dopo un’agonia durata oltre cinque minuti. Inoltre per gli inquirenti i due avrebbero effettivamente litigato, ma in seguito Morreale l’avrebbe colpita e poi le avrebbe dato fuoco. Il corpo della ragazza sarebbe stato poi trasportato in auto nel luogo dov’è stato ritrovato. Gli inquirenti sostengono che Morreale abbia voluto punire la fidanzata, che aveva deciso di lasciarlo per un altro. E da qui la richiesta dell’ergastolo. Il processo riprenderà a settembre e prenderanno la parola gli avvocati che assistono la famiglia della vittima, che si sono costituiti parte civile, e della difesa.