Elezioni, vittoria del Centro destra: Renato Schifani è il nuovo Presidente della Regione Siciliana

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Renato Schifani, appoggiato da tutto il Centro Destra, è il nuovo Presidente della Regione Siciliana.

L’incarico è stato sancito da 817.937 pari al 41,80% di elettori (scrutinio 4870 su 5398 sezioni) che hanno scelto di essere amministrati dal rappresentante di Forza Italia, già Presidente del Senato.
Comincia adesso l’era Schifani dopo la conclusione dell’esperienza di Nello Musumeci eletto in queste stesse elezioni politiche al Senato della repubblica nel collegio di Catania, ultimo governatore della Sicilia.

Renato Giuseppe Schifani è nato a Palermo l’11 maggio 1950, coniugato con Franca dal 1975, ha due figli, Roberto e Andrea. Cresciuto in una famiglia medio-borghese originaria di Chiusa Sclafani consegue la maturità scientifica nel 1968 e si laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti. Successivamente trova lavoro come impiegato presso il Banco di Sicilia di Palermo, abilitandosi avvocato nel 1976, e specializzandosi in seguito nel recupero crediti e divenendo inoltre, negli anni ottanta, un avvocato specializzato in processi in Cassazione e, dagli anni novanta, avvocato urbanista. Tali sue attività hanno dato luogo a controversie, senza che Schifani sia mai stato indagato per fatti di rilevanza penale. Già iscritto alla Democrazia Cristiana, Schifani aderisce a Forza Italia nel febbraio 1995, divenendo Responsabile regionale dei Dipartimenti del partito. Per il suo ingresso nella politica nazionale concomitante alla discesa in campo di Berlusconi, e per la sua amicizia con Enrico La Loggia, è stato spesso incluso nel gruppo dei berluscones. Dopo un incarico da Consigliere comunale a Palermo viene eletto al Senato della Repubblica alle elezioni politiche italiane del 1996 nel collegio uninominale palermitano di Altofonte-Corleone, in rappresentanza della coalizione di centrodestra. Diviene capogruppo di Forza Italia nella commissione Affari costituzionali di palazzo Madama e componente della Commissione bicamerale per le riforme. Rieletto nelle elezioni del 2001, nel corso della XIV Legislatura viene eletto capogruppo del suo partito a Palazzo Madama. Schifani è stato tra i fautori della stabilizzazione dell’articolo 41 bis, che ha reso definitivo il cosiddetto «carcere duro», previsto espressamente per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, istituto fino a quel momento di natura provvisoria, oltre che del “lodo Schifani”, volto a sospendere i processi in corso contro le «cinque più alte cariche dello Stato», incluso il premier Silvio Berlusconi, imputato nel processo SME.

Schifani nelle elezioni politiche del 2006 viene rieletto senatore per la terza volta, per Forza Italia, nella circoscrizione Sicilia e nel corso della XV Legislatura è stato membro della Commissione Territorio e Ambiente. Alle elezioni politiche del 2008 è eletto per la quarta volta, sempre in Sicilia, per Il Popolo della Libertà. Nel corso della prima seduta della XVI Legislatura, il 29 aprile 2008 è nominato presidente del Senato della Repubblica al primo scrutinio, riportando 178 voti, (162 richiesti dal quorum), 4 in più della coalizione formata da PdL, Lega Nord e MpA. Come suo capo di gabinetto chiama la magistrata palermitana Anna Maria Palma. Resta alla seconda carica dello Stato fino al marzo 2013.

Alle elezioni del 2013 Schifani viene candidato e rieletto al Senato della Repubblica, al secondo posto della lista del PdL nella Regione Siciliana. Il 16 marzo 2013 va al ballottaggio con Pietro Grasso per la presidenza del Senato, perdendo con 117 voti contro i 137 ottenuti da Grasso. Il 19 marzo 2013 viene eletto per acclamazione capogruppo del Popolo della Libertà al Senato della Repubblica.

Il 15 novembre 2013 Schifani si dimette da capogruppo del Popolo della Libertà al Senato, a seguito della decisione dei governativi di fondare gruppi autonomi, sancendo di fatto la scissione del Popolo della Libertà. Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce al Nuovo Centrodestra guidato da Angelino Alfano, di cui il 5 dicembre diviene presidente del Comitato promotore. Il 12 febbraio 2015 Schifani viene eletto capogruppo di Area Popolare (NCD-UDC) al Senato.

Il 19 luglio 2016 Schifani si dimette da capogruppo di Area Popolare al Senato in rottura con la scelta centrista di Alfano. Il 4 agosto seguente, infine, ritorna in Forza Italia. Alle elezioni politiche del 2018 sarà ricandidato e rieletto senatore in Forza Italia.

Nel dicembre 2019 è tra i 64 firmatari (di cui 41 di Forza Italia) per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari: pochi mesi prima i senatori berlusconiani avevano disertato l’aula in occasione della votazione sulla riforma costituzionale.

Il 13 novembre 2020 è nominato da Silvio Berlusconi suo consigliere politico, scelto per «lo spessore umano e politico unito ad una rara capacità di mediazione».

Il 12 agosto 2022 viene scelto da Fratelli d’Italia, dalla terna proposta da Berlusconi, come candidato della coalizione di centro-destra per le elezioni regionali in Sicilia del 25 settembre, dopo il ritiro del presidente della Regione uscente Nello Musumeci e l’indomani ottiene l’assenso anche degli altri partiti della coalizione. Verrà sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Unione di Centro, Democrazia Cristiana, Popolari e Autonomisti. Nel contempo annuncia che non sarà ricandidato al Senato.