Ampliare e potenziare le conoscenze dei corpi idrici del territorio siciliano. Tanto quelli relativi al patrimonio fluviale, che delle acque sotterranee. Il tutto finalizzato alla redazione di un bilancio sulla quantità delle risorse disponibili per avviare un programma efficace della gestione dei sedimenti e mitigare il rischio alluvioni. Questo lo scopo delle due convenzioni sottoscritte tra l’Autorità di bacino e le università di Palermo, Messina e Catania. Entrambe le convenzioni fanno seguito all’accordo sottoscritto sull’argomento nel 2019 proprio tra l’Autorità e il ministero dell’Ambiente.
Si avvia, quindi, un importante lavoro congiunto fra il dipartimento regionale della presidenza della Regione e i tre atenei isolani che, attraverso un’attenta attività di monitoraggio, farà il punto sullo stato di salute dei corpi idrici siciliani in linea con le disposizioni comunitarie. L’Autorità, in pratica, si avvarrà delle competenze specifiche delle tre università (la cui azione sarà suddivisa sulla base del territorio di competenza).
Con la prima convenzione si avvierà una collaborazione scientifica per ottenere il “potenziamento, l’adeguamento e l’implementazione della rete di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei”. Con la seconda, invece, si perseguirà l’obiettivo di approfondire la conoscenza della morfologia dei corsi d’acqua e del reale apporto che questi possono dare al fabbisogno di approvvigionamento idrico dell’Isola.
Una cinquantina le risorse umane che saranno impegnate in questa importante “task-force” conoscitiva, che opererà da adesso fino a tutto il 2025, per la quale saranno impegnati circa 3,6 milioni di euro (fondi comunitari a valere sul Programma relativo ambiente). Due milioni di euro saranno le somme necessarie alla realizzazione delle attività di monitoraggio geomorfologico, un milione e seicentomila euro, invece, per quelle relative alle acque sotterranee.
«Con la sottoscrizione di queste due convenzioni – spiega il segretario generale dell’Autorità di bacino, Leonardo Santoro – riteniamo di poter dare un forte impulso alle attività di conoscenza richieste dalle norme comunitarie ed efficaci risposte alle problematiche del territorio. Le tre università siciliane, con la loro competenza e con le loro autorevoli professionalità, contribuiranno ad ampliare le conoscenze del sistema dei corpi idrici della nostra regione, che si trasformerà in un reale beneficio per la tutela del patrimonio naturalistico della Sicilia».