Dal 23 dicembre nel quartiere Santa Croce a Castelbuono, là dove confluiscono le strade la cui toponomastica è legata alle vittime delle stragi di mafia del 1992, è visibile un pannello a ringhiera in cui sono raffigurati insieme i giudici Falcone e Borsellino, su ispirazione della famosa fotografia di Tony Gentile. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Presidente del Tribunale di Palermo, dr. Antonio Balsamo, del dr. Giuliano Castiglia, anch’egli giudice dello stesso Tribunale, del Sindaco, del Presidente del Consiglio e dell’ideatore del progetto Sergio Barreca.
Sergio Barreca ha ricordato pubblicamente il sapiente lavoro di realizzazione dell’artigiano Filippo Pietro Castrovinci di Caprileone ed il progetto grafico di Chiara Castrovinci, oltre alle collaborazioni castelbuonesi del fabbro Salvatore Cordone, che ha curato la messa in opera, di Santino Cefalù che ha tinteggiato il manufatto e di Mirko Francioso per aver introdotto piante nelle aiuole della piazzetta in cui il pannello si affaccia.
“Per apprezzare pienamente l’immagine raffigurata è necessario allontanarsi. Più ci si allontana e più l’immagine risulta nitida – ha detto Sergio Barreca, visibilmente emozionato – Allo stesso modo il valore dell’inestimabile opera compiuta dai due giudici risulta sempre più importante rispetto al trascorrere del tempo”. Ha inoltre ringraziato l’Amministrazione comunale per aver accettato in dono l’opera e la Costituente per aver accolto con entusiasmo la sua idea per la comunità castelbuonese.
Intensa anche la seconda parte del pomeriggio, nell’Aula consiliare. Il confronto è iniziato da un assunto riguardante l’importanza dei simboli, quale è da questi giorni il pannello del quartiere Santa Croce. I simboli non parlano, ma il loro silenzio è potentemente eloquente poiché riuniscono dalla stessa parte chi si riconosce nei valori che essi rappresentano.
I relatori sono intervenuti evidenziando quella che il dr. Castiglia ha definito “l’eresia” di Falcone e Borsellino. Spirito di servizio e dovere di verità per loro non sono stati propaganda ma sostanza. Ma se da un lato l’accertamento della verità e la ricostruzione dei fatti sono il fondamento a cui le due vittime non hanno rinunciato, dimostrando dove si può arrivare con queste direttive, oggi fanno tanto temere le scelte politiche che, delegittimando il valore di fondo del dovere di verità, vogliono depotenziare gli strumenti per la ricostruzione dei fatti.
Il presidente Balsamo ha parlato di un periodo duro e doloroso della storia con un’affabilità e una delicatezza che, non solo non hanno inficiato la profondità del pensiero, ma sono state il modo più efficace per arrivare al cuore dei giovani, ai quali spesso si è rivolto. Ha riservato infatti dei consigli speciali ai ragazzi intervenuti nell’aula consiliare, tre dei quali della scuola media in vesti rappresentative ben precise: mini sindaco, mini assessore e mini consigliere. Questi giovanissimi sono intervenuti con le loro riflessioni. A loro Balsamo ha raccomandato di agire per non far crescere la cultura dell’abuso di potere e di impegnarsi come Falcone e Borsellino a cambiare ciò che non piace.
Ma il messaggio forte emerso durante il pomeriggio è stato sicuramente quello del ruolo svolto dalla scuola e dall’istruzione nel contributo alla radicazione della cultura della legalità.
Dobbiamo impegnarci tutti allo stesso modo per la società in cui viviamo, in modo che un profuso senso del dovere e di affermazione della verità non richiedano eroi da sacrificare, perché tutti possiamo tirar fuori il coraggio di fare il nostro dovere fino in fondo.
L’incontro è stato moderato dal Mariangela Pupillo e concluso dal presidente dell’assemblea dei Soci della Costituente, Lorenzo Aquilino, che ha ripreso il concetto dell’importanza della libertà sottolineato a gran voce da Paolo Borsellino poco prima di morire, durante la veglia tenutasi per Giovanni Falcone nel giugno 1992. Quella libertà irrinunciabile che “fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità”.
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