Il 23 dicembre alla fine della messa alla Parrocchia della Consolazione di Termini Imerese, Padre Enrico Campino ha benedetto e inaugurato il presepe all’interno della chiesa, nella cappella del Battistero, realizzato da Loredana Lo Nero e dal maestro cartapestaio Mario Giuca, sotto la direzione artistica della Lo Nero.
“È un onore per me, dice l’artista, ricordare che tale presepe è stato il vincitore selezionato per l’esposizione in piazza Campidoglio a Roma, nell’anno 2013. Ringrazio Padre Enrico che ha voluto caldamente il nostro presepe nel battistero, meravigliosa e suggestiva location. L’opera, su richiesta del comune di Roma, doveva essere ambientato nell’antica Roma, e quindi essendo stata Termini una provincia Romana, si sposa perfettamente, anche con l’ambientazione del nostro paese”.
Nel presepe in primo piano viene proprio descritta la vita dell’antica Roma o dell’antica Termini. A sinistra, l’occhio viene subito catturato dai fasti di una villa patrizia, dove si sta allegramente banchettando, a sinistra la scena continua su una strada Romana che arriva ad un tipico mercato romano: chi vende il pesce, chi i fiori, e chi vende il cibo, chi beve. Ma in fondo si scorge un tempio diroccato dove avviene la nascita, (il tempio simbolo del politeismo e dell’idolatria, è distrutto). Dirompente l’angelo che annuncia ai pastori il lieto evento, annuncio che viene dato agli ultimi.
“I pastori – ci dice Loredana – stanno in un angolo del presepe quasi nascosto. Sono quelli che la società non vede, o che nasconde”.
Lontano da tutti e da tutto si scorge invece un acquedotto romano. E contrapposto al castello di re Erode, al centro del presepe, in mezzo alla strada che porta al Bambino, ci sono i Magi, parlano tra loro, cercando e indicando il cammino.
Il presepe è composto da circa 50 statuine di 35 cm Tutti pezzi unici realizzati dai due artisti, durante vent’anni di lavoro. Sono di terracotta e stoffe trattate, prendendo spunto, dalla tecnica del famoso presepista siciliano Giovanni Matera.
Per la Lo Nero, essere figurinara (come si chiamavano un tempo i creatori delle statue dei presepi) vuol dire rappresentare l’umanità, raccontare i sentimenti, le emozioni, le debolezze e le speranze. Realizzare, oltre alle statuine, anche un presepe, significa poter raccontare il divino nell’umanità, la storia d’amore di Dio con l’uomo.
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