Silenzio, semplicità e preghiera, questi i tre elementi che hanno caratterizzato la celebrazione della Santa Messa per le Esequie del Papa Emerito Benedetto XVI che si è tenuta stamattina in Piazza San Pietro.
Ore 09:30, gli oltre centomila fedeli attendono in silenzio e preghiera il feretro del papa emerito che poco dopo fa il suo ingresso sul sagrato della basilica vaticana accompagnato a spalla dai paggi papali, ruolo che qualche secolo fa spettava ai nobili, chiamati anche “camerieri segreti di Sua Santità”. Poco dopo, il collegio cardinalizio sfila in corteo facendo da apripista a Papa Francesco che viene accompagnato all’altare per dare inizio ai solenni funerali. Tanta l’emozione che viene esposta alla luce del sole dai volti del pontefice regnante e in quelli dei fedeli che da giorni ormai hanno accompagnato con la preghiera Benedetto XVI prima e dopo la sua morte.
«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). Sono le ultime parole che il Signore pronunciò sulla croce; – spiega Papa Francesco durante l’omelia – il suo ultimo sospiro potremmo dire, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita: un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suo. Mani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia, mani di unzione e benedizione, che lo spinsero a consegnarsi anche nelle mani dei suoi fratelli. Il Signore, – prosegue – aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amore: «Guarda le mie mani», disse a Tommaso (Gv 20,27), e lo dice ad ognuno di noi”.
Conosciuto in primis per la sua lunga e importante formazione teologica, Papa Ratzinger aveva un carattore docile e mite, prendeva tutto sul serio e soprattutto aveva un grandissimo rispetto delle persone, caratteristica che agli occhi della gente lo ha fatto sembrare quasi schivo e timido, tuttavia dai suoi occhi fuorisciva tutta quella dolcezza che si è riversata durante il suo pontificato e anche dopo la sua storica rinuncia, tanto che Papa Francesco ha dichiarato: “E’ come avere in casa un nonno”.
Volti sileziosi e mesti quelli presenti in Piazza San Pietro durante le solenni esequie, tantissime le presenze di vescovi e del clero, tra questi anche diversi sacerdoti dell’Arcidiocesi di Palermo e poi ancora oltre 600 i giornalisti accreditati per l’evento. Una folla umana che al termine della celebrazione ha sollevato un grido “SANTO SUBITO”! Per la Canonizzazione è chiaramente presto, tuttavia la strada della “Beatificazione” potrebbe aprirsi in poco tempo poichè per far si che accada ciò, bisogna che ci siano determinati requisiti, gli stessi che hanno obiettivamente segnato la vita di Papa Ratzinger: “fama di santità, solida, spontanea, duratura e crescente, diffusa in una comunità di fedeli”.
Non è dunque presto per dirlo tuttavia, Papa Benedetto XVI è stato sepolto nella stessa tomba che fu del suo predecessore, San Giovanni Paolo II, segno che potrebbe indicare qualcosa.
Giovanni Azzara
«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). Sono le ultime parole che il Signore pronunciò sulla croce; – spiega Papa Francesco durante l’omelia – il suo ultimo sospiro potremmo dire, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita: un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suo. Mani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia, mani di unzione e benedizione, che lo spinsero a consegnarsi anche nelle mani dei suoi fratelli. Il Signore, – prosegue – aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amore: «Guarda le mie mani», disse a Tommaso (Gv 20,27), e lo dice ad ognuno di noi”.
Conosciuto in primis per la sua lunga e importante formazione teologica, Papa Ratzinger aveva un carattore docile e mite, prendeva tutto sul serio e soprattutto aveva un grandissimo rispetto delle persone, caratteristica che agli occhi della gente lo ha fatto sembrare quasi schivo e timido, tuttavia dai suoi occhi fuorisciva tutta quella dolcezza che si è riversata durante il suo pontificato e anche dopo la sua storica rinuncia, tanto che Papa Francesco ha dichiarato: “E’ come avere in casa un nonno”.
Volti sileziosi e mesti quelli presenti in Piazza San Pietro durante le solenni esequie, tantissime le presenze di vescovi e del clero, tra questi anche diversi sacerdoti dell’Arcidiocesi di Palermo e poi ancora oltre 600 i giornalisti accreditati per l’evento. Una folla umana che al termine della celebrazione ha sollevato un grido “SANTO SUBITO”! Per la Canonizzazione è chiaramente presto, tuttavia la strada della “Beatificazione” potrebbe aprirsi in poco tempo poichè per far si che accada ciò, bisogna che ci siano determinati requisiti, gli stessi che hanno obiettivamente segnato la vita di Papa Ratzinger: “fama di santità, solida, spontanea, duratura e crescente, diffusa in una comunità di fedeli”.
Non è dunque presto per dirlo tuttavia, Papa Benedetto XVI è stato sepolto nella stessa tomba che fu del suo predecessore, San Giovanni Paolo II, segno che potrebbe indicare qualcosa.
Giovanni Azzara