19enne di Termini Imerese nominata da Mattarella Alfiere della Repubblica

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Deborah Maria Inserillo è una ragazza di 19 anni di Termini Imerese, attiva nel volontariato con il Banco Alimentare. Il presidente Sergio Mattarella l’ha nominata tra i nuovi “Alfieri della Repubblica” 2023. La giovane ha ricevuto il riconoscimento, come si legge nelle motivazioni «per l’attività di volontariato con cui testimonia l’importanza della condivisione e del dono. Per l’impegno contro lo spreco alimentare, fatto di azioni concrete e di sensibilizzazione per uno sviluppo sostenibile». “Alfiere della Repubblica” è una benemerenza riservata ai cittadini italiani, anche residenti all’estero, minori che, al momento della segnalazione, non abbiano ancora compiuto il diciottesimo anno di età, e ai cittadini stranieri residenti nel nostro Paese, che siano nati in Italia o abbiano frequentato con profitto le scuole italiane per almeno cinque anni. L’Attestato d’Onore viene conferito al fine di mettere in luce eccezionali benemerenze nel campo dello studio, della cultura, della scienza, dell’arte, dello sport nonché del volontariato e con singoli atti o comportamenti ispirati ad altruismo e solidarietà che possano proporre modelli di comportamento positivi delle nuove generazioni. Il riconoscimento viene conferito dal Presidente della Repubblica Italiana su proposta del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, sentita un’apposita Commissione Valutativa.

Deborah Maria Inserillo (nella foto) è nata il primo agosto del 2003 e studia Scienze dell’Educazione all’Università di Palermo con l’obiettivo di realizzare dei progetti in campo sociale per l’educazione dei giovani alla sostenibilità. «Ho iniziato la mia attività di volontariato al Banco Alimentare in quinta elementare – ha spiega Deborah – prima occupandomi di colletta e poi di distribuzione di pacchi della spesa alle famiglie più in difficoltà. Nella mia città ho anche promosso delle campagne contro lo spreco alimentare e sul perché è importante donare un alimento a chi ne ha più bisogno. Per far questo sono andata anche nelle scuole dove ho parlato con i ragazzi più giovani di me. Riflettere sulla cultura dello spreco è importante come dice papa Francesco, noi non sprechiamo solo il cibo ma anche le persone. Sono convinta infatti che attraverso il cibo la persona acquista la sua dignità. Nel periodo del lockdown, ad esempio, abbiamo assistito delle famiglie indigenti e la loro dignità si azzerava quando mancava un piatto di pasta, soprattutto quando non erano nelle condizioni di sfamare i propri figli. Il bello del volontariato al Banco Alimentare sta anche nel rapporto che si instaura con le famiglie che di volta in volta ci si trova ad assistere, nasce spesso un rapporto confidenziale la gente si confida con te raccontandoti le sue paure. Spero che riconoscimenti come quello che ho avuto l’onore di ricevere possano incentivare sempre più giovani al volontariato».