In Lui, Signore del tempo e della storia, vorrei dire a tutti, con la gioia nel cuore: buona Pasqua! Con queste parole Papa Francesco saluta tutti i fedeli radunati in Piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus e la benedizione “Urbi et Orbi”. Ma andiamo per gradi.
Quella appena trascorsa è stata una Settimana Santa davvero particolare per il Santo Padre che è stato ricoverato prima di quest’ultima per una bronchite su base infettiva che ha richiesto la somministrazione di una terapia antibiotica su base infusionale che ha comunque prodotto gli effetti attesi con un netto miglioramento dello stato di salute. Ha partecipato alla Domenica delle Palme, al Giovedì Santo, alla Veglia, alle funzioni della Domenica di Resurrezione, tranne che per la Via Crucis del Venerdì Santo a causa del fredo abbattutosi a Roma.
Alla città e al mondo
Oggi, durante la benedizione “Urbi et Orbi”, il Pontefice si è rivolto direttamente a Dio, chiedendo la fine dei conflitti che stanno insanguinando il mondo: “Affrettiamoci a superare i conflitti e le divisioni e ad aprire i nostri cuori a chi ha più bisogno. Affrettiamoci a percorrere sentieri di pace e di fraternità. Gioiamo per i segni concreti di speranza che ci giungono da tanti Paesi, a partire da quelli che offrono assistenza e accoglienza a quanti fuggono dalla guerra e dalla povertà”.
Fame di PACE
Non solo al conflitto russo ucraino, Francesco ha rivolto il suo pensiero alle tribolazioni degli ultimi giorni a Gerusalemme, al Libano segnato dalle divisioni interne, ai problemi sociali ed economici della Tunisia, alla grave crisi socio-politica e umanitaria di Haiti, alle violenze perpretate nella Repubblica Democratica del Congo. E poi ancora a tutte le popolazioni perseguitate a causa della propria fede, i rifugiati, i deportati, i prigionieri politici e i migranti, specialmente i più vulnerabili, nonché tutti coloro che soffrono la fame, la povertà e i nefasti effetti del narcotraffico, della tratta di persone e di ogni forma di schiavitù. “Ispira, Signore, – ha affermato il Papa – i responsabili delle nazioni, perché nessun uomo o donna sia discriminato e calpestato nella sua dignità; perché nel pieno rispetto dei diritti umani e della democrazia si risanino queste piaghe sociali, si cerchi sempre e solo il bene comune dei cittadini, si garantisca la sicurezza e le condizioni necessarie per il dialogo e la convivenza pacifica”.