La Resistenza fu un grande moto popolare che riguardò sia uomini che donne, e quelle che vi parteciparono, pur essendo di diversa estrazione sociale, culturale e politica, erano unite dal comune sentimento di riscatto dell’Italia dall’occupazione nazifascista e dalla volontà di affermare i principi di libertà e democrazia.
Se al nord le donne fecero parte di organizzazioni militari come il GAP (Gruppo di Azione Patriottica) e le SAP (Squadre di Azione Patriottica), arrivando a circa 35.000 combattenti a cui si aggiunsero le altre 70.000 del GDD, (Gruppo di Difesa delle Donne, nato con l’obiettivo di aiutare le famiglie dei partigiani, dei carcerati, e degli internati in Germania), nel meridione la partecipazione delle donne alla Resistenza, pur non essendo organizzata militarmente, fu altrettanto determinante nel processo di liberazione.
In Sicilia, nel corso del secondo conflitto mondiale, ci furono donne e ragazze giovanissime che si contraddistinsero per azioni eroiche contro i tedeschi, come la piccola Eugenia Corsaro, la quale, appena dodicenne, diede un notevole contributo alla lotta contro i nazifascisti. Difatti, essendo piccola di statura, passava inosservata riuscendo a tranciare i fili elettrici che portavano la corrente all’aeroporto di Gerbini, a Catania. Da questa base aerea partivano gli aerei della Luftwaffe tedesca diretti a Malta e contro le navi inglesi. Scoperta durante una delle sue azioni di sabotaggio, venne uccisa dai nazisti.
Altre partigiane siciliane, che combatterono nelle montagne piemontesi, lombarde e nel Lazio, di cui bisogna fare memoria furono: Francesca Alongi, nata a Marsala, (Trapani) il 22 agosto 1927. Studentessa, staffetta partigiana per sei mesi in una formazione autonoma dell’VIII Divisione Alpina operante nella valle dell’Orco, nella provincia di Torino. Uccisa diciassettenne in un agguato nazifascista l’11 gennaio 1945 a Montalenghe (TO). Beatrice Benincasa, nata a Catania l’8 settembre 1924, residente a Genova, partigiana della Brigata “Matteotti”, staffetta, catturata, torturata e uccisa il 17 novembre 1944 a Monza. Ester Bruno, nata a Palazzolo Acreide (Siracusa) il 4 agosto 1905, impiegata, fu partigiana attiva nel Lazio dal 9 settembre 1943. Flora Buttitta, nata a Palermo nel 1929, trasferitasi in Lombardia durante la guerra, staffetta, fu parte della brigata “Matteotti” nel milanese. Adele Cammarata, nata a San Cataldo (Caltanissetta) il 28 ottobre 1899, partigiana combattente nel Lazio agli inizi degli anni ’40. Fu parte attiva della Resistenza all’interno della brigata “Vespri”, coordinata dal padre. Giovanna Talluti, nata a Caltanissetta nel 1897, fu partigiana in Piemonte. Giuseppina Vittone Li Causi, nata a Torino il 30 marzo 1923, deceduta nel 2013, partigiana, moglie di Girolamo Li Causi, (antifascista di Termini Imerese, dirigente nazionale del PCI, condannato a 21 anni di carcere dal regime fascista) venne in Sicilia nel 1945, impegnandosi nel movimento di riscatto delle donne dei quartieri popolari. Fu deputata regionale del PCI nel 1955, rifiutò lo stipendio della Regione siciliana.
Le donne sono state in Sicilia da sempre protagoniste di rivolte per i diritti e la giustizia sociale, come ad esempio nel periodo dei Fasci siciliani, che sono da ricordare come uno dei primi movimenti di difesa della dignità e dei diritti dei braccianti agricoli, prefigurando la nascita del moderno sindacato in Italia.
Coordinamento A.N.P.I sezione Girolamo Li Causi di Termini Imerese