Al “Giglio” di Cefalù eseguiti i primi due interventi di deformità della colonna vertebrale

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Due primi interventi di correzione di grandi deformità della colonna vertebrale nell’adulto sono stati eseguiti alla Fondazione Giglio di Cefalù dall’equipe di chirurgia vertebrale guidata dal dottor Corrado Musso.

“Dallo scorso novembre – ha detto il presidente del Giglio, Giovanni Albano – l’Istituto si avvale della collaborazione di un’equipe di cinque chirurghi vertebrali, di alto profilo, che ci hanno consentito di inserire, tra gli interventi dell’unità operativa di ortopedia, anche la chirurgia della colonna. Attività che ha richiamato pazienti siciliani e da fuori regione, invertendo il trend, e che puntiamo ad incrementare per realizzare un centro di riferimento per le patologie spinali”.

I due pazienti presentavano un’alterazione della curva della colonna sia sul piano frontale (inclinazione naturale) che sul piano sagittale (ridotta lordosi lombare) causa, quest’ultima di dolore lombare irradiato al bacino, alle anche, che si accentuava con la stazione eretta e la deambulazione.

“L’obiettivo della chirurgia nell’adulto – ha spiegato il dottor Musso – è la correzione della deformità con una solida fruizione vertebrale equilibrata, alleviando così il dolore e prevenendo ulteriori deformità della colonna stessa. Sono interventi – ha aggiunto il professionista – più complessi, in quanto, bisogna valutare le comorbidità del paziente adulto e la qualità dell’osso. Fondamentale è lo studio della patologia attraverso risonanza magnetica del rachide dorso lombare, radiografia della colonna, in toto, con pianificazione pre-operatoria”.  Gli interventi sono stati eseguiti oltre che dal dottor Musso, dagli ortopedici Vito Triolo e Aldo Sinigaglia e dall’onco ortopedico Giuseppe Perrucchini.

Nel primo paziente, di 65 anni, la lordosi è stata recuperata utilizzando un doppio approccio combinato: laterale con l’inserimento di particolari dispositivi discali lordotici in titanio (SLIF) e posteriore in cui sono state eseguite delle osteotomie per rendere le vertebre più mobili. Infine, tramite un sistema di viti e barre in titanio è stata corretta la deformità e recuperata la lordosi lombare.

Nel secondo paziente (anni 68) in cui era presente una grave ipolordosi lombare causata da un vecchio crollo vertebrale, trattato precedentemente con la vertebroplastica, la lordosi lombare è stata recuperata con un solo accesso posteriore tramite il quale è stata eseguita una Osteotomia di sottrazione peduncolare (PSO). “Attraverso questa procedura – ha detto Musso – viene asportato un cuneo di porzione posteriore della vertebra interessata consentendo il recupero del 30 percento di lordosi; il resto è stato ottenuto tramite il sistema di barre e viti.

In seconda giornata i pazienti sono stati mobilizzati ovvero seduti o in piedi ed hanno deambulato in autonomia. La degenza è stata di circa 7 giorni con prosecuzione di terapia riabilitativa (fisioterapia e ginnastica muscolare).