Più di duecento persone hanno preso parte ieri sera a Nicosia alla visita guidata alle chiese del centro storico che si è tenuta nell’ambito della manifestazione “Le Notti di BCsicilia”. Come titolo dell’iniziativa era stato scelto “Arte e Sacro tra ascese e declivi” e l’appuntamento per le ore 21,00 a Largo S. Biagio, davanti il Museo Diocesano di Arte Sacra. Dopo gli interventi di mons. Giuseppe Schillaci, Vescovo di Nicosia, Luigi Bonelli, Sindaco di Nicosia, Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia, e Domenico Scavuzzo, Presidente Lions Club Nicosia, è iniziata la visita, guidata in maniera magistrale da Santino Barbera, Responsabile dell’Ufficio per la Pastorale del turismo e Lella Russo, Direttore del Museo Diocesano. L’iniziativa era organizzata da BCsicilia in collaborazione con la Diocesi di Nicosia, il Comune, il Museo Diocesano e il Lions Club.
I tanti partecipanti si sono inerpicati per erte stradine e gradinate, che si schiudevano in pittoreschi chiassi insospettati, discendendo poi per repentine e ardue viuzze alla scoperta di un ben più traboccante “museo diffuso” tra antichi quartieri dal passato autorevole, della “Civitas Constantissima” che si è sviluppata, nei secoli, abbarbicata su varie alture rocciose che le hanno conferito un profilo peculiare e suggestivo dal punto di vista scenografico e urbanistico. Si è partiti dalla Chiesa di San Vincenzo Ferreri, annessa al monastero di monache di clausura dell’ordine di san Domenico, che ha catturato i presenti con il cromatismo e lo sfondato prospettico degli affreschi del fiammingo Guglielmo Borremans. Poco lontano la Basilica di Santa Maria Maggiore, costruita più a monte in sostituzione dell’antica chiesa duecentesca che una lenta ma inesorabile frana nel 1757 aveva trascinato a valle. All’interno opere di grande rilievo artistico, tra cui una cinquecentesca monumentale “Cona” marmorea di Antonello Gagini. Arricchivano la chiesa le statue lignee seicentesche, realizzate dagli scultori nicosiani Giovanbattista e Stefano Li Volsi, mentre il crocefisso venerato dai nicosiani con l’appellativo di “Padre della Misericordia” è opera seicentesca in cartapesta del nicosiano Vincenzo Calamaro. Degradando verso il quartiere di S. Michele, quello che maggiormente serba vestigia arabe, il folto gruppo è stato accolto nella Chiesa di San Michele Arcangelo, fra le più antiche di Nicosia. L’edificio sacro, risalente al sec. XII, conserva l’elegante triabside che fa rivivere un’atmosfera medioevale. L’interno, sormontato da un meraviglioso soffitto ligneo a capriate, offriva un marmoreo San Michele Arcangelo attribuito ad Antonello Gagini e le sontuose seicentesche sculture lignee di San Luca Casale da Nicosia e San Michele, realizzate dai nicosiani Giovan Battista e Stefano Li Volsi. Nel cuore nel paese si è avuto modo di apprezzare la Chiesa di San Nicolò, eretta a cattedrale nel 1817 allorché Nicosia divenne cattedra vescovile. Fu in quell’occasione che lo straordinario quattrocentesco soffitto ligneo dipinto venne occultato da una volta in stile neoclassico. Al suo interno si custodiscono molte opere di pregevole fattura: sculture dei Gagini, dei Li Volsi e del Quattrocchi, tele del Velasco, del Patania e del Randazzo. Un intenso seicentesco crocifisso ligneo, venerato dai nicosiani con l’appellativo “Padre della Provvidenza”, realizzato dal palermitano Gaspare De Miceli. Il percorso è culminato, intorno all’una di notte, nell’ascesa alla Chiesa del SS. Salvatore. Dipinti e sculture sono prevalentemente seicenteschi, dopo la ricostruzione della chiesa duecentesca a seguito di un crollo verificatosi nel 1607. L’esterno non è meno suggestivo dell’interno, non solo per la singolare presenza di tre meridiane e del “calendario delle rondinelle”, ma in special modo per il raffinato porticato a colonne binate che ci schiude ad una splendida panoramica mozzafiato.
Nelle foto alcuni momenti della visita.