Il progetto: “L’Olivicoltura delle aree interne (Monti Sicani, Basse Madonie e Vallone): concentrare l’offerta attraverso grandi OP”, ha come obiettivo di raggruppare la produzione olivicola e veicolarla attraverso una delle più prestigiose industrie oleari siciliane che da tre generazioni occupa il mercato nazionale e internazionale dell’olio: S.P.A. Barbera.
L’idea sarà presentata nel corso di un convegno che si terrà giorno 9 settembre 2023 alle ore 16,30 presso l’oleificio Trainito, SP232 + Km5, C.da “Montoni” nel territorio del Comune di Cammarata, tel. 0934 815350 – [email protected]
L’iniziativa è stata organizzata dal commercialista e imprenditore Salvatore Trainito e dai produttori olivicoli della Sicilia centro-occidentale; saranno presenti i sindaci dei comuni con elevata incidenza olivicola, i frantoiani, le O.P. territoriali, gli olivicoltori del territorio, nonché i rappresentanti dell’industria Olearia Barbera.
L’occasione è propizia per conoscere tutti gli operatori della filiera del territorio e degustare i prodotti agricoli territoriali.
Al convegno interverranno: Salvatore Trainito ideatore del progetto; i sindaci dei territori dei comuni dei monti Sicani, delle Basse Madonie e del Vallone; Angelo Palamenghi, Direttore del GAL Sicani; Franco Marino, Responsabile delle “Città dell’olio di Sicilia”; Vincenzo Provenzano, Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Economia; Mauro Lo Bue, Agronomo, Responsabile della O.P. Oro Sicilia; Manfredi Barbera Presidente S.P.A. Barbera; Dario Cartabellotta, Direttore Dipartimento Agricoltura Regione Sicilia. Modera Mario Liberto, Direttore del giornale “Sicilia Agricoltura”.
Da sempre il paesaggio delle aree interne, e non solo, ha avuto come elemento dominante e caratterizzante l’olivo che, insieme al vino e al grano, hanno dato vita a quella triade alimentare che ne ha contrassegnato la civiltà.
L’attività olivicola, dopo quella cerealicola-zootecnica, costituisce la risorsa economica più rilevante del panorama economico delle aree interne della Sicilia Occidentale.
All’olivo sono anche associati diversi aspetti come quelli culturali, storici, territoriali, economici produttivi, etnoantropologici, ma anche paesaggistici, etc. L’influenza millenaria dei fattori ambientali, sociali e culturali ha determinato nelle terre interne siciliane una varietà di sistemi e paesaggi dell’olivo.
Inoltre è presente un’enorme ricchezza, in termini di biodiversità, di varietà ed ecotipi locali, che non trova riscontro in nessun altro luogo, risorse che scaturiscono dalla combinazione di una serie di circostanze storiche e ambientali senza eguali che, favorendo nel corso di lunghi secoli di olivicoltura l’acclimatazione e l’insediamento delle diverse varietà, ha fatto della regione un territorio unico sul piano della vocazione alla coltura dell’olivo e della sua produzione.
«L’olio spremuto dalle olive investe tutti i nostri sensi: è colore, è profumo, è sapore, è morbidezza, è rivolo silenzioso e pure tonfo sonoro”. Un olio che si caratterizza per la morbidezza, la ricchezza polifenolica e l’intensità di fruttato, un alimento che ha fatto sempre parte della nostra vita, delle nostre tavole, della nostra cultura.
Si tratta di un patrimonio produttivo che apre nuovi orizzonti, soprattutto se si riesce ad attivare ulteriori meccanismi nel processo di conoscenza del mondo dell’olio a prodotto riconosciuto da tutti i consumatori nella sua eccellenza, da scoprire e valorizzare sotto numerosi punti di vista. Una coltura che nei secoli è stata da sempre l’emblema dell’economia circolare.
Considerato che il consumo mondiale dell’olio extravergine di oliva è limitato ad una popolazione del 3/4%, ci si rende conto della grande potenzialità e opportunità che l’olivicoltura può ancora dare.