Sabato 7 ottobre, presso la Cattedrale di Cefalù, alla presenza delle autorità civili e militari e di tutta la comunità diocesana, si sono svolte le celebrazioni per l’avvio del nuovo Anno Pastorale 2023/24 e del mandato agli operatori pastorali.
L’intenso pomeriggio, pervaso da altissima spiritualità, ha avuto inizio quando il Vescovo della Diocesi, S.E.R. Monsignor Giuseppe Marciante e la Città di Cefalù hanno accolto l’urna argentea con le reliquie di San Gandolfo proveniente da Polizzi Generosa e portata in processione all’interno della Cattedrale, preceduta dai Tamburinara di Gangi che con il ritmo cadenzato dei loro maestosi tamburi ne hanno segnato l’incedere e sottolineato la tangibile commozione che albergava nei cuori e negli occhi dei numerosi fedeli.
L’urna con le preziose reliquie ha sostato sul sagrato durante la drammatizzazione di una delle scene più dense di significato che la rievocazione francescana e medievale Vivere in Assisi, appena conclusasi a Gangi, su invito del Vescovo, ha rappresentato prima dell’inizio della santa Messa.
La scena dal titolo «Missionari di Speranza», specchio del tema scelto per l’avvio del nuovo Anno Pastorale «L’amore di Cristo ci avvince e ci spinge», si è svolta attorno alla chiesetta della Porziuncola appositamente ricostruita, luogo del rifugio, della fraternità e del perdono, durante la quale Francesco d’Assisi ha testimoniato e insegnato la coerenza di ogni scelta e come Cristo portato in croce, ora come allora, da infinite miserie, dall’ipocrisia alla falsità, dalla brama di potere alla menzogna, sia l’unica strada dell’amore. L’amore senza confini è virtù, è forza e via di salvezza, l’amore sposta i macigni dal cuore facendo entrare raggi di luce nei recessi dell’anima e solo l’amore potrà far rinascere la speranza in questa società sofferente. La speranza sa guardare oltre gli orizzonti, sa aprirsi a sogni “altri e grandi” che rendono la vita bella e dignitosa anche quando l’amore sembra smarrire le sue ragioni. Un messaggio profondo da Vivere in Assisi che ha portato con gratitudine la sua testimonianza di fede attraverso la luminosa bellezza del sentiero tracciato da San Francesco.
Accorate e scuotenti le parole del Vescovo nell’omelia durante la successiva Santa Messa, con cui ha chiesto alle comunità e agli operatori pastorali di aprire il cuore all’azione missionaria abbandonando ogni colpevole indifferenza, condividendo e annunciando l’amore misericordioso e fraterno per vivere sempre gli uni per gli altri nella custodia di ciascuno e del creato intero nel nome di un impegno corale e fedele alla via del Vangelo.
Un pomeriggio permeato da grandissime emozioni, ricevute e donate con animo lieto e fermo, foriere di profonde riflessioni a cominciare dalla Lettera Pastorale “Partirono in fretta“, le cui indicazioni saranno guida luminosa per la costruzione di una comunità di Sorelle e Fratelli partecipe e fervente che sostenga la speranza dell’amore generoso in ogni tempo e in ogni luogo, perché si gettino semi fecondi e raccolgano magnifici frutti.