Nell’ambito dell’Operazione conoscenza che punta alla scoperta del territorio di Termini Imerese, si terrà domenica 22 ottobre 2023 una visita guidata alla Rocca del Drago. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia, inizierà la visita al sito che sarà guidata dall’archeologa Vincenza Forgia. L’appuntamento è alle ore 9,30 in Piazza S. Antonio a Termini Imerese. L’iniziativa è promossa da BCsicilia in collaborazione con il Parco Archeologico Imera Solunto Iato. L’escursione è gratuita. E’ obbligatoria la prenotazione. Email: [email protected] – WhatsApp: 346.8241076.
La Rocca del Drago è un sito frequentato sin dall’età preistorica, almeno a partire dalla fase avanzata del Neolitico siciliano (circa settemila anni fa) fino al Medioevo (periodo normanno). Le diverse fasi dell’insediamento umano presso la Rocca del Drago hanno interessato, a più riprese, la sommità del rilievo carbonatico e le aree circostanti.
L’altura è posta sulla sinistra idrografica del Fiume Imera settentrionale, in posizione leggermente arretrata rispetto alla linea di costa attuale; presenta pareti che strapiombano sulla valle dell’Imera e la sua sommità raggiunge i 204 metri di altitudine. L’accesso naturale al sito è sul lato occidentale attraverso morfologie poco frastagliate, di raccordo con il territorio circostante.
Le diverse campagne di prospezione archeologica condotte nel territorio imerese hanno documentato almeno quattro fasi principali di frequentazione: durante una fase avanzata del Neolitico (fine VI millennio – prima metà del V millennio a.C.) con elementi di cultura materiale ascrivibili ad una produzione ceramica detta “tricromica” per la caratteristica decorazione dipinta; durante l’Antica Età del Bronzo (tra la fine del III e la prima metà del II millennio a.C.) con elementi di cultura materiale ascrivibili alla produzione Rodì-Tindari-Vallelunga; durante l’Età classica; durante l’Età medievale, in periodo normanno.
Uno degli aspetti più interessanti del sito è dato dal fatto che concorre alla definizione del più antico paesaggio neolitico del territorio imerese, così come si sta delineando grazie alle più recenti ricerche condotte lungo la valle del Fiume Imera da parte dell’Università di Palermo e dell’IPHES-CERCA di Tarragona in convenzione e collaborazione con la Soprintendenza di Palermo. Se, infatti, durante la più antica fase neolitica il territorio imerese non sembra essere interessato dalla frequentazione umana per cause che possono essere messe in relazione con particolari condizioni paleoambientali, durante il Neolitico medio, la valle del Fiume Imera viene frequentata stabilmente e con diverse tipologie di insediamenti complementari tra loro: all’aperto, in grotta e in riparo sottoroccia, con specifiche destinazioni d’uso che verranno dettagliate nel corso della visita al sito.