Uno spazio museale dedicato alla storia della città è stato più volte auspicato ma non ancora realizzato a Palermo, e difficilmente potrà essere accolto in un’unica sede data la vastità dell’arco temporale e l’importanza delle testimonianze che concorrono a rappresentarlo, a meno di non sfruttare l’opportunità offerta dal ricorso alle nuove tecnologie di limitare gli spazi senza rinunciare alla completezza.
La mostra Palermo Felicissima può considerarsi un capitolo d’esordio nel progetto di raccontare i quasi tre millenni di vita della città, non il primo in un ordine cronologico ma sicuramente uno dei più interessanti e senza dubbio quello attualmente più popolare grazie al recente successo di opere letterarie e produzioni televisive.
Ospitata nelle sale del neoclassico palazzo Bonocore grazie ad una convenzione tra Coopculture e la Curia Arcivescovile, affidataria della struttura, Palermo Felicissima ripercorre quella stagione a cavallo fra Otto e Novecento in cui Palermo diventa città moderna e florida di pari passo con le vicende di un gruppo di imprenditori sufficientemente audaci fra cui spiccano i commercianti, prima, e poi industriali: i Florio.
Il risveglio di interesse per questo felice periodo della storia palermitana e siciliana è iniziato già da alcuni anni ed ha prodotto un gran numero di iniziative che hanno seguito la pubblicazione dei due volumi scritti da Stefania Auci in seguito sceneggiati dalla stessa autrice per la messa in onda della serie televisiva. Anche in questi giorni, in aggiunta ai tour tematici e ai programmi di divulgazione proliferano le mostre che si concentrano su quel periodo eccezionale.
La mostra di palazzo Bonocore non si limita agli aspetti culturali ma li integra in un percorso che punta a restituire il quadro della società di fine 800 nella sua interezza. Un tale obiettivo può essere raggiunto grazie alla qualità particolare dell’esposizione che si avvale di pannelli multimediali e di contenuti video.
Il progetto lascia in realtà grande autonomia di scoperta e libertà di scelta fra le tante angolazioni possibili, da quella della nuova estetica art nouveau, a quelle dell’innovazione tecnologica, dell’urbanistica, delle circostanze politiche ed economiche, delle storie imprenditoriali ma anche umane, alcune meno note. Il visitatore non ha che da farsi guidare dalla propria curiosità e può accedere unicamente alle informazioni che sceglie di visualizzare, attraverso dispositivi di uso facile ed intuitivo.
Una menzione speciale merita la bellissima animazione in cui è la città stessa a narrare una pagina della propria vita, con disegni davvero accurati e testi coinvolgenti, mai noiosi anche per chi conosce meglio quegli avvenimenti.
Una mostra per tutti, prodiga di esperienze e capace di delucidare gli aspetti meno risaputi.
La storia può diventare più avvincente se assorbita a piccole dosi e sedimentata, e magari approfondita altrove per essere re-indagata a più riprese.
Tra le magnifiche sale con vista sulle sculture di piazza Pretoria è possibile, tra un esperienza di realtà aumentata e un’altra, sedersi nel Coffee House allestito con i prodotti della ditta Morettino e gustare l’aroma di ottime miscele.
E se la cognizione di tanto splendore ci ispira un po’ di rimpianto d’altra parte suggerisce la consapevolezza delle potenzialità della nostra già felicissima città.
Barbara De Gaetani