Grande mobilitazione di agricoltori ed allevatori del nostro Comprensorio.
Centinaia di trattori e macchine agricole, hanno invaso questa mattina la zona industriale di Termini Imerese per poi spostarsi in corteo fino alle porte di Cefalù. La protesta, partita da Francia e Germania, è giunta anche nelle nostre zone che da anni ormai registra uno schiacciamento del comparto agricolo/zootecnico.
Una manifestazione pacifica che ha visto i lavoratori del comparto in questione, chiedere diritti e la restituzione della dignità per persone che ogni giorno faticano nelle terre per poter creare benessere a tutta la popolazione. Dito puntato verso i sindacati, che a detta degli organizzatori, sono stati assenti in questa battaglia e comunque le risposte arrivate da queste ultime pare sia state quasi nulle. Presenti quest’oggi, i sindaci del territorio.
“Oggi – dichiara Salvatore Cappadonia, tra gli organizzatori della protesta – siamo qui per dire NO a delle politiche distruttive per le nostre aziende. Dipingendo di verde la famosa parola “green”, si tende ad avvantaggiare le multinazionali agroalimentari, e gettare nel girone dell’inferno le piccole e medie imprese che saranno costrette a chiudere. Vi invito a riflettere su un punto. Quest’oggi, non dovevamo essere noi a portare avanti le nostre istanze, ci doveva essere il mondo sindacale, lo stesso che per anni è stato compiacente a quelle che sono state le scelte politiche fallimentari. Uniamoci, – conclude – riconquistiamo la nostra dignità, lottiamo per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati“.
Gli agricoltori fanno dunque sul serio, sono infatti pronti a raggiungere Palermo per cercare di avere risposte anche dal governo regionale che intanto ha istituito l’unità di crisi con la prima riunione prevista per martedì alle 15 febbario a Palazzo d’Orléans, alla presenza del presidente della Regione, Renato Schifani.
L’attuale questione non costituisce solo un problema per allevatori ed agricoltori, bensì riguarda tutta la popolazione del nostro Comprensoio in primis, e poi di tutto il territorio regionale. La nostra Sicilia infatti possiede un patrimonio agricolo incredibile, mancano politiche forti, che vadano a rafforzare il comparto offrendo soprattutto ai giovani la possibilità di tornare alla terra per custodirla e permetterle di poter dare frutti per il futuro economico del nostro Comprensorio.
Giovanni Azzara