Strani ambienti alla Gurfa di Alia

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Annotazioni per la “ricerca di senso” da dare al “vano ad utero con cisterna superiore”, sospeso dal pavimento nella “seconda stanza” al livello superiore del “Palazzo della Gurfa” in territorio di Alia:

“… l’utero protettivo dove la vita si nasconde per germinare, dove è possibile ritrovare le energie dissipate nella lotta quotidiana. … Nel grande santuario monolitico di Ellora e in quelli tradizionalmente costruiti, la simbologia della caverna è posta in evidenza dalla penetrazione nel tempio-monte sino al ‘garbha-griha’, ‘la stanza dell’utero’, a cui si giunge attraverso ambulacri angusti e sempre più oscuri, sino all’oscurità assoluta, riproponendo, in una metafora circolare, l’itinerario della morte, della fecondazione e della nascita. … Le tenebre della condizione umana sono dunque curate, con virtù omeopatica, dalle tenebre della caverna. L’emergere di questa luce interna, in simili condizioni di segregazione, è stato oggetto di studi recenti nel campo della psicologia. I noti esperimenti di sensory deprivation … presero spunto dalle alterazioni psicofisiologiche riscontrate in monaci, naufraghi, speleologi e prigionieri vissuti per lunghi periodi in stati d’isolamento tali da escludere alcune facoltà percettive. L’abbondante letteratura in merito è soprattutto interessante a proposito delle allucinazioni insorte in soggetti confinati per molte ore nella ‘stanza nera’, un cubicolo completamente buio e acusticamente isolato. …”.

(Manfredi Nicoletti, L’architettura delle caverne, ed. Laterza, 1980)

Sullo strano “ambiente/pozzo per la Catabasi” della Gurfa

Annotazioni per la “ricerca di senso” da dare al “pozzo di discesa” al sottostante “vano a tenda/cripta funeraria/stalla” della “terza stanza” al livello superiore del “Palazzo dela Gurfa”:

“… Il termine ‘catarsi’, la cui origine è medica e significa ‘purga’, è usato da Platone in senso morale e metafisico, ma viene anche connesso alla leggenda e ai riti purificanti d’Orfeo, disceso nei mondi sotterranei dell’Ade. L’immergersi nella semioscurità del profondo – nella spelonca degli Inferi o dello spirito – costituisce dunque l’esperienza terrificante ma salvifica, necessaria al risorgere …”.

(Manfredi Nicoletti, L’architettura delle caverne, ed. Laterza, 1980)

“…Chi giunge a questo luogo mortuario senza essere morto prima dà prova di essere iniziato. … Lì si sognava e si poteva guarire mercé un sogno guaritore. Era la catabasi, l’immersione nel regno prossimo alla morte, dal quale era possibile ritornare in vita riabilitati alla salute”.

(Elemire Zolla, Discesa all’Ade e resurrezione, ed. Adelphi, 2002)

Sulla vasca triangolare esterna della Gurfa

Che significato dare alla “vasca triangolare con letto di posa”, situata proprio sulla soglia di accesso agli Ipogei della Gurfa, se non quello rituale in tutti i grandi “santuari oracolari” antichi per il rito di “abluzione purificatoria” e per il “sonno d’incubazione”

Carmelo Montagna