Deserto? No: la diga “Rosamarina” di Caccamo ha tanta sete, ecco il video

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Sembra il deserto, invece è la diga “Rosamarina” di Caccamo.

Concepita per soddisfare le esigenze di irrigazione di un comprensorio di 15.200 ettari, compresi tra la piana di Lascari, in prossimità di Cefalù, e l’agro di Villabate, la diga “Rosamarina” è posta nella valle del “San Leonardo” sotto gli occhi dei caccamesi e di tanti appassionati ed amanti della natura.

Da tempo ormai, assistiamo ad una assenza sempre più evidente di piogge su tutto il territorio siciliano e quindi nel Comprensorio Termini – Cefalù -Madonie – Valle del Torto. A soffrire questa mancanza di acqua, sono proprio i corsi d’acqua, i laghi e le dighe come quella di Caccamo, che va a servire diversi paesi. Centri che vivono principalemte di agricoltura, basti pensare alla piana di Buonfornello, alla Valle del Torto, alla piana di Lascari e tutti quelle zone dove la produzione agricola è fiorente e spazia dal grano ai carciofi.

Agricoltura in ginocchio

Quest’anno, i problemi sono iniziati in anticipo, l’agricoltura infatti inizia ad accusare gravi segni di sofferenza. Il grano ad esempio, non riesce ad andare avanti e adesso: “la situazione – ci fa sapere la dottoressa Maria Montagno – è preoccupante. Perché a rischio non sono solo le coltivazioni estive ma anche quelle invernali. Fra l’altro un danno anche per gli alberi come per esempio l’olivo, le piogge sono fondamentali per l’emissione della zagara e la formazione della drupa. Oggi – prosegue – il primo danno è sui seminativi, zero produzione di grano perché sta disseccando, compresa anche l’alimentazione per il bestiame. A catena, gli ortaggi estivi riusciranno a produrre solo chi ha riserva nei pozzi. A seguire, il rinnovo e la piantumazione delle coltivazioni invernali nella speranza che da settembre inizi a piovere, se così non fosse purtroppo la situazione risulterebbe tragica. Nell’interesse di tutti – sottolinea – è necessario che il governo nazionale attivi lo stato di crisi, con interventi seri e aiuti concreti. Primo fra tutti anche il pagamento dei contributi agricoli perché abbiamo una percentuale alta di braccianti agricoli e di coltivazioni a livello familiare che devono essere aiutati. C’è la sensazione che i piccoli agricoltori siano stati abbandonati”.

Un paesaggio desertico

Dovremmo abituarci a vedere certi paesaggi? La paura è proprio questa. Per farsi un’idea basta guardare le foto da noi scattate pochi giorni addietro, per comprendere quanto sia triste la situazione a causa dell’assenza di piogge. Il governo regionale, ha creato intanto una cabina di regia per: “individuare e coordinare interventi rapidi e concreti contro l’emergenza siccità: un organismo che unisce le competenze accademiche e scientifiche che servono per individuare ogni possibile soluzione e quelle tecniche per attuarle nel modo più efficace e veloce possibile”. Cabina di regia che ha anche ipotizzato la creazione di un dissalatore a Termini Imerese. Nel frattempo, i tecnici della Protezione Civile stanno svolgendo dei sopralluoghi nei dissalatori di Porto Empedocle, Paceco, Trapani e Gela già presenti nell’isola, ma fuori uso da almeno dieci anni.

Il ritorno della “Sulla”

La diga intanto sembra davvero un deserto, nel video realizzato dalla nostra redazione, si può vedere buona parte della Valle del San Lonardo, priva di acqua e con il ritorno della “Sulla” nella zona più alta. Acqua che però non arriva nelle case e nelle coltivazioni dei caccamesi, i quali: “prendono – afferma il sindaco di Caccamo Franco Fiore – solo gli aspetti negativi, tra questi l’umidità e quella lanuggine bianca che si forma sopra gli alberi d’olivo provocando così dei danni alla salute della flora agricola”. Per fortuna, al momento il versante Termini Imerese è ancora bagnato dalle acque lacustri, tuttavia, qualora non divesse piovere, la situazione potrebbe diventare davvero difficile. A sentire gli abitanti della zona, c’è anche chi si aspetta, o addirittura teme il riaffioramento del ponte chiaramontano.

Giovanni Azzara