Spionaggio paranormale

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Nel 1978 fece scalpore la notizia che un giornalista americano era stato arrestato in URSS dal KGB, il servizio di spionaggio e contro-spionaggio sovietico. Insieme a lui era stato arrestato un noto studioso russo di parapsicologia, Edward Naumov. L’accusa per quest’ultimo era estremamente grave: rivelazione di documenti coperti dal segreto militare. Naumov, secondo le fonti di informazione sovietiche, aveva “passato” al giornalista americano un articolo contenente notizie sulla scoperta di una “particella psi” implicata nei fenomeni paranormali, e di cui si prevedeva la possibile utilizzazione a fini militari.

La notizia fece scalpore in Occidente, e gli esperti di questo argomento la collegarono subito ad altri fatti: per esempio alla assoluta proibizione, da parte delle autorità sovietiche, a visitatori occidentali di incontrare una nota sensitiva sovietica, Nina Kulagina, che da anni era studiata da ricercatori universitari russi. I resoconti dei prodigi di questo soggetto sono impressionanti; oltre a influenzare per via paranormale campi magnetici, a produrre scottature sulla pelle di alcuni soggetti che toccava, e a fare tornare brevemente in  vita pesci morti in un acquario, la Kulagina sembrava essere in grado di agire palesemente sulla materia per mezzo della mente: facendo muovere sigarette in posizione verticale, spostando vorticosamente l’ago di una bussola, facendo levitare oggetti abbastanza leggeri, ma pur sempre di discreto volume, come palline da ping-pong. Nell’epoca del “dopo-disgelo” la Kulagina fu anche visitata da studiosi occidentali che nei loro successivi rapporti sostennero di avere verificato almeno alcune delle sue capacità. Dopo, col progredire della crisi nei rapporti USA-URSS, il divieto di curiosare sul paranormale dietro la Cortina di Ferro ritornò ad essere la norma. Vedere la Kulagina? Niet, niente da fare.

Forse proprio a causa di questo irremovibile diniego, si diffuse in Occidente la sensazione che i sovietici stessero lavorando con una certa intensità all’utilizzazione per fini militari dei fenomeni parapsicologici. Non tutti sembravano essere d’accordo con questa interpretazione, e vi è anche stato chi riteneva questo atteggiamento un bluff: i sovietici secondo queste interpretazioni, volevano dare l’impressione all’Occidente, anche in maniera clamorosa come era avvenuto per l’arresto di Naumov, che stessero scoprendo qualcosa di veramente importante. Guerra psicologica, cioè, più che applicazione militare della percezione extra-sensoriale e della psicocinesi.

D’altra parte ne11’URSS esiste ormai da più di un secolo una tradizione di ricerca scientifica istituzionale in questo campo. Fenomeni come la telepatia, la chiaroveggenza, la precognizione e la psicocinesi sembra che siano stati studiati con attenzione nei laboratori universitari. Certo – si potrebbe suggerire – non per genuino amore di conoscenza, ne per ricerca pura. Quei soldi investiti in quelle ricerche dovevano pure fruttare qualcosa di importante. Cosa? In un momento storico caratterizzato da corsa agli armamenti e da tensioni internazionali severissime (il Muro di Berlino era ancora ben saldo) entrambe le superpotenze di allora, U.S.A. e U.R.S.S.) era quasi ovvio che volessero sperimentare le possibili applicazioni militari dei fenomeni paranormali. Anzitutto l’uso della Percezione Extrasensoriale (l’ESP), in altre parole la percezione di eventi senza l’utilizzazione dei sensi normali: essa poteva essere applicata allo spionaggio. Se un chiaroveggente è davvero in grado di leggere dentro una busta chiusa, dovrebbe o potrebbe essere in grado di “vedere” il contenuto di una cassaforte a prova di bomba. Oppure potrebbe individuare gli eventuali spostamenti di sommergibili nucleari, o la dislocazione di rampe di lancio missilistiche.

Potrebbe, ancora, in via del tutto ipotetica, comunicare telepaticamente un messaggio importante ad un altro agente, o alla “centrale” senza bisogno di telefoni, telex, messaggi in codice o microfilm – i files del computer ancora non esistevano.  Fantascienza? Forse, ma forse non tutto. Ne è la riprova il fatto che il governo degli Stati Uniti, e i servizi segreti, prima fra tutti la CIA, e il KGB in Unione Sovietica, non sembrano essere stati affatto estranei a ricerche parapsicologiche finalizzate a scopi militari.

Negli anni ‘80 ’sembra che proprio la Central Intelligence Agency abbia finalizzato una serie di ricerche su questi argomenti. Uno dei più famosi esperimenti degli anni ’70 sui sogni “paranormali” venne finanziato dalla Marina Americana. A comprovare questa tesi nei primi anni ’80 del secolo scorso, giunsero notizie ancora più sconcertanti dagli USA. In un articolo pubblicato nel gennaio 1984 da uno dei più noti settimanali italiani, la rivista Panorama, venne data notizia, di nuovi, imponenti stanziamenti americani per le ricerche sulle applicazioni militari della parapsicologia. Queste ricerche prevedevano proprio quelle utilizzazioni “spionistiche” di cui parlavamo prima, cioè l’utilizzazione dell’ESP per fini di spionaggio. Insomma, una vera e propria “intelligence” paranormale. L’articolo non riportò l’entità precisa della cifra che gli Stati Uniti sarebbero stati disposti a spendere in queste ricerche, ma è facile immaginare che non si trattava di una cifra irrisoria (si sussurra di milioni di dollari di allora). Anche in questo caso torna la vecchia domanda: se un governo come quello degli USA spendeva, e tanto, in una ricerca, ne prevedeva evidentemente gli sviluppi e le possibili applicazioni pratiche.

Applicazioni che potevano anche andare ben al di là dei limiti che abbiamo arbitrariamente prefissato: basti pensare alla presumibile applicazione della psicocinesi. L’idea è buona per un film (non è un caso che ne siano stati realizzati non pochi su questo tema!). Pensate per un attimo ad una guerra nucleare. Un dato giorno le superpotenze decidono di premere quel famoso pulsante. Partono i missili. Se fosse vero che alcuni individui avrebbero la capacità di agire sulla materia solo per mezzo della mente, è pensabile che questi soggetti, adeguatamente addestrati potrebbero fare inceppare “qualcosa” nei meccanismi estremamente raffinati che regolano questi sofisticati armamenti. Potrebbero neutralizzare, attivare, modificare complessi sistemi elettronici solo per mezzo della mente. Sono ipotesi, con sapore fantascientifico, è vero, ma voli di fantasia a parte, e lecito pensare che l’utilizzazione della ESP e della psicocinesi per fini militari sia stata seriamente presa in considerazione. D’altra parte sulla parapsicologia le superpotenze si sono espresse abbastanza apertamente. Ne èprova un rapporto che una commissione di esperti sottopose all’attenzione del presidente Carter sulle ricerche in questo campo nell’URSS degli anni ’70 del Novecento. O un articolo pubblicato, nel 1978 sulla rivista sovietica Voprosii Filosofii (una delle più illustri riviste scientifiche dell’URSS) nella quale quattro illustri scienziati, si esprimevano sulla necessità che di parapsicologia si occupassero esclusivamente gli istituti governativi. O ancora alcune – di poco successive – prese di posizione della Cina Popolare, che evidenziavano un crescente interesse verso la parapsicologia. Per quali finalità? Certamente non per evidenziare l’esistenza dello spirito. Sia in Cina che in U.R.S.S., deve imperava la dottrina marxista, dominava una visione “biologica” della paranormalità, che veniva spiegata con teorie di tipo bioenergetico e/o fisico. Inutile discutere le implicazioni di queste teorie, in virtù delle quali era stata cambiata anche la definizione di alcuni fenomeni (la “telepatia” era “bio-comunicazione” per esempio). Sta di fatto che l’interesse mostrato verso questi fenomeni non era sicuramente di tipo puramente idealistico.

Naturalmente anche gli americani non avevano fini filantropici o squisitamente culturali. Se l’ESP e la PK esistono possono essere utilmente utilizzate. Pragmatismo? Chiaramente. E certamente non migliore, nelle finalità e negli intendimenti, di quello dimostrato da altre potenze ‘concorrenti’.

Fra l’altro gli Stati Uniti sembra che abbiano usato la parapsicologia anche per il controllo di situazione belliche estremamente complesse. Nel 1976 fecero scalpore le rivelazioni di un giornalista d’inchiesta americano, Clifford L. Linedecker, abbastanza noto per occuparsi di temi eclettici, fra cui il paranormale. In un suo libro rivelò che durante la Seconda guerra Mondiale l’Intelligence inglese utilizzò un sensitivo giamaicano, il Dr. Ernesto A. Montgomery, un prete membro della Jamaica Constabulary Force, per aiutare gli Alleati a programmare e a realizzare lo sbarco in Normandia. Insomma, una vera ‘spia paranormale’ che contribuì notevolmente – a quanto Linedecker racconta – alla realizzazione del D-Day, dando persino precise indicazioni metereologiche per la realizzazione dello sbarco alleato. Difficile dire quanto la storia sia vera e quanto il frutto della fervida immaginazione di un giornalista ‘d’assalto’. Ma in realtà esistono prove sicure dell’utilizzazione da parte dell’Intelligenze britannica di figure gravitanti nel mondo del paranormale e dell’occultismo, sensitivi, ma anche maghi e astrologi. D’altra parte che servizi di intelligenze e forze di polizia si siano non raramente rivolte a sensitivi e medium non è cosa nuova. Il sensitivo olandese Gerard Croiset lavorò per anni per la polizia dei Paesi Bassi, dalla quale era consultato in casi particolarmente complessi – e sembra spesso con successo. D’altra parte anche in Italia sembra che gli investigatori si siano rivolti ad una medium durante il sequestro Moro, perché indicasse loro il luogo nel quale era stato nascosto il leader politico.

Il fatto è che sino ad alcuni decenni fa l’uso di sensitivi come ‘collaboratori’ da parte di polizia e servizi segreti non era così inusuale come oggi può sembrare. Tanto che uno scienziato e parapsicologo americano, R.A. McConnell, discutendo delle implicazioni militari della parapsicologia scrisse al riguardo: “qualcuno afferma che la prossima guerra sarà vinta dalla nazione che per prima. comprenderà il meccanismo del cervello”. E sino agli anni ’90 del secolo scorso, era ipotizzabile, con un certo sforzo di fantasia, che la ricerca parapsicologica si stesse trasferendo dai laboratori di ricerca, pubblici o privati, alle basi missilistiche o alle sedi dei servizi segreti. Oggi la situazione è cambiata. I clamorosi progressi dell’informatica, le ricerche sempre più raffinate sull’Intelligenza Artificiale hanno reso in buona misura superflue le performances di medium e sensitivi, riuscendo in modo mirabolante a raccogliere informazioni, sostituendo, almeno in gran parte, le tradizionali operazioni di intelligence. Certo, forse un drone, un robot o un chip sono meno romantiche di un sensitivo in azione, ma i servizi segreti del mondo sembrano molto più interessati da sempre alla precisione che alla poesia. Certo, i fenomeni paranormali continuano ad essere un segreto. Non più militare, però.

Giovanni Iannuzzo