Si è conclusa in Vaticano la consueta “visita ad limina postolorum” dei vescovi siciliani alla quale hanno preso parte anche i presuli di Palermo e Cefalù.
La visita ad limina non è altro che l’incontro che tutti i vescovi cattolici devono compiere a Roma ogni cinque anni. Comprende un pellegrinaggio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo come espressione di comunione ecclesiale e un incontro con il Papa come successore di San Pietro. Ma anche visite ai diversi organismi della Chiesa, come questo Dicastero, per riferire sulla situazione della Chiesa nella diocesi affidata a ciascun vescovo.
Da Papa Francesco ai momenti di preghiera
Sono stati diversi gli appuntamenti che hanno impegnato i vescovi siciliani in Vaticano e a Roma. L’incontro più importante, il 29 aprile in occasione dell’incontro con il Santo Padre Francesco presso il Palazzo Apostolico. Un incontro che Mons. Antonino Raspanti, Presidente della CESI (Conferenza Episcopale Italiana) ha definito: “molto cordiale, assolutamente familiare. Un vero e profondo incontro con colui che in qualche modo ci guida ed è assegnato dalla Provvidenza a guidare la Chiesa Universale”.
Incontro che ha permesso ai presuli siciliani di relazionare sullo stato di salute delle proprie diocesi, andando a toccare in particolar modo le varie problematiche che affliggono la vita pastorale. Dai migranti, agli incendi, fino allo spopolamento, temi molto a cuore ai vescovi di Palermo, Mons. Corrado Lorefice e Mons. Giuseppe Marciante a Cefalù, presenti alla visita.
Temi che ormai nella nostra Isola e nel nostro Comprensorio Termini Imerese – Cefalù – Madonie sono diventati abbastanza caldi. Sono migliaia i profughi che ogni anno raggiungono le nostre coste per scappare da guerra, fame e miseria. Al tempo stesso, il nostro Comprensorio vive uno spopolamento sempre più marcato, segnato da un numero sempre più alto di giovani che scappano dal proprio paese in cerca di un futuro certo. E poi la piaga degli incendi, una ferita sempre aperta che inizia a diventare sempre più profonda, provocando desertificazione a morte.
Un momento dunque che ha permesso ai vescovi di poter riflettere su quelli che sono i piani di azione per svolgere un servizio migliore, attento e preciso nelle singole chiese. Diverse le visite nelle basiliche papali, ai dicasteri vaticani e non mancato un momento di preghiera presso la Chiesa “S. Maria Odigitria” dei Siciliani. “La Visita, per la Conferenza Episcopale Siciliana, – si legge in una nota della CESI – è un momento significativo per esprimere la gratitudine al Santo Padre e per ricevere orientamenti e sostegno per il ministero episcopale“.
Giovanni Azzara