Il giornalista siciliano Cosimo Cristina, 25 anni, fu ucciso sessantaquattro anni fa. È il primo nella cronologia dei cronisti italiani uccisi perché cercavano di pubblicare verità scomode indicati da “Ossigeno” nel Pannello in loro memoria e ricordati a Roma, alla Casa del Jazz, venerdì 3 Maggio nel convegno che si è svolto in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa (World Press Freedom Day).
Cosimo Cristina, che nei suoi articoli si firmava Co.Cri, scomparve il 3 maggio 1960. Per due giorni i suoi familiari lo cercarono senza riuscire a trovare alcuna sua traccia. Il 5 maggio il suo corpo senza vita fu ritrovato poco lontano dal paese, sfracellato, sui binari della ferrovia, fra le stazioni di Termini Imerese e Trabia. Il caso fu frettolosamente catalogato come un suicidio e l’inchiesta giudiziaria fu archiviata. Questo giovane e coraggioso giornalista fu dimenticato per decenni, ha detto Alfonso Lo Cascio, direttore di Esperonews, intervenendo, in collegamento, al convegno di Ossigeno.
“A farne perdere la memoria – ha spiegato – concorse la scelta dei preti di rifiutare il funerale religioso, perché i sicari mafiosi, ancora oggi ignoti e impuniti, fecero credere che egli si fosse suicidato buttandosi sotto un treno”.
Cosimo Cristina, invece, fu rapito e ucciso, simulando che si fosse suicidato. Fu ucciso perché raccontava gli sporchi affari della mafia del suo territorio e lo faceva dicendo i loro nomi e cognomi. “Fu ucciso – ha sottolineato Lo Cascio – non solo per ciò che scriveva, ma soprattutto per quello che stava per scrivere”.
Cristina, era giovanissimo, aveva 25 anni, ma era già un cronista affermato. Era corrispondente di alcuni giornali regionali e nazionali (L’Ora di Palermo, Il Gazzettino di Venezia, l’agenzia Ansa, fra gli altri). Per pubblicare quelle notizie, scomode, che altri rifiutavano, fondò un giornale, Prospettive Siciliane. Su quelle pagine, pubblicò articoli “senza peli sulla lingua” – come egli stesso li definì nel suo primo editoriale – e raccontò la trasformazione della mafia da agricola a imprenditoriale. Per questo subì minacce e isolamento.
Dopo la sua morte, ha aggiunto Alfonso Lo Cascio, nessuno si preoccupò di “rileggere quello che scriveva sul suo giornale, perché allora molti pensavano che la mafia non esistesse”. La memoria di questo cronista coraggioso fu recuperata solo decenni dopo. Fu riscoperta anche grazie all’attività di altri giornalisti, fra cui lo stesso Lo cascio, che ha raccontato: “Io sentii parlare di Cosimo Cristina per la prima volta solo quando nacque il primo coordinamento delle associazioni antimafia, negli anni ottanta. Da quel momento cominciò da parte mia e di altri, in particolare alcune scuole con la docente Giusi Conti, un lavoro per recuperare la memoria storica di Cosimo. Non esisteva nemmeno una sua foto. La sua famiglia si era chiusa in sé stessa”.
Al recupero della figura umana e professionale di Cosimo Cristina, hanno ricordato Alfonso Lo Cascio e Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno, ha contribuito il giornalista Luciano Mirone autore del saggio “Gli insabbiati. Storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza” (Castelvecchi) pubblicato nel 2008. Il libro ricostruisce, per la prima volta in modo unitario, le singole vicende degli otto cronisti uccisi dalla mafia in Sicilia.
Da qualche anno la vicenda di Cosimo Cristina è ricordata con varie iniziative. Fra le altre, da Ossigeno, che nel 2014 ha inserito il suo volto e il suo nome nel Pannello della Memoria e, dal 2020, la sua storia sul sito Ossigeno-Cercavano la verità www.giornalistiuccisi.it, dove sono raccolti molti documenti e testimonianze sui gironzasti uccisi in Italia per il loro lavoro.
In occasione di questo 64mo anniversario, dopo l’iniziativa del 3 maggio 2024 che ha coinvolto l’Ordine dei giornalisti della Sicilia e del Lazio, le associazioni della stampa e le organizzazioni dei cronisti delle due regioni, sarà ricordato anche con un altro evento. “Cosimo Cristina e Peppino Impastato, l’impegno e la lezione civile di quei due giovani cronisti dai destini paralleli” è il tema del seminario/corso di formazione per giornalisti che si svolgerà lunedì 6 maggio dalle ore 9,30 alle 13,30 a Palermo al No Mafia Memorial di corso Vittorio Emanuele 353, per iniziativa dall’Ordine dei giornalisti della Sicilia.