Presentato lunedì 13 maggio da Sciara Holding e Smart City group, al Tar del Lazio, il ricorso per l’annullamento, previa sospensiva, del provvedimento di assegnazione della gara di cessione dell’ex Blutec di Termini Imerese alla Pelligra Italia holding.
La decisione di perfezionare la procedura col deposito del ricorso al Tribunale amministrativo è stata presa dopo che il gruppo Sciara holding e Smart City, la cui proposta non era stata considerata congrua, ha ricevuto dal Ministero i documenti della gara come da richiesta di accesso agli atti fatta nei mesi scorsi. Secondo i ricorrenti dai documenti emergerebbero alcune incongruenze, in particolare relative ai punteggi attribuiti alle cinque offerte valutate dai commissari rispetto ai criteri di premialità che erano stati stabiliti nel bando di gara.
L’ufficio legale di Sciara Holding e Smart City lo scorso 29 aprile aveva notificato il ricorso al Mimit, ai commissari straordinari dell’ex Blutec, all’avvocatura dello Stato e alla Pelligra Italia holding che si è aggiudicata la gara per l’acquisizione dello stabilimento con una offerta di 8 milioni di euro.
L’operazione prevede la riqualificazione dell’area industriale e l’assunzione di 350 dipendenti a fronte degli attuali 550, con la restante parte di lavoratori che dovrebbe essere accompagnata alla pensione attraverso un piano da 30 milioni di euro.
In una nota congiunta Roberto Mastrosimone, della Fiom nazionale e Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia hanno sottolineato: “Il ricorso al Tar del Lazio per l’annullamento dell’assegnazione dell’area ex Blutec di Termini Imerese alla Pelligra Italia holding, per quanto legittimo rischia di produrre un danno oggettivo al territorio e ai lavoratori ai quali a novembre, assieme all’amministrazione straordinaria scadono gli ammortizzatori sociali. Chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo al Mimit con la presenza della Regione per le necessarie proroghe e, insieme, al Tar di fare presto. Com’è noto è una vertenza che va avanti da 13 anni. Lo stop o il rallentamento delle procedure con la formalizzazione del ricorso da parte del gruppo escluso quando si intravedeva uno spiraglio di luce non possono che preoccupare. Chiediamo la garanzia del reddito per i 550 lavoratori diretti e i 200 dell’indotto, finchè la situazione non si sbloccherà”.