Sciara, rifiorisce il culto di Sant’Isidoro patrono di agricoltori e allevatori, il parroco: “dobbiamo custodire le nostra Terra”

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A Sciara torna il culto di Sant’Isidoro.

Sembrava quasi scomparso ma grazie alla devozione dei contadini sciaresi, l’antico culto di Sant’Isidoro è tornato nel paese della bassa Valle del Torto e la devozione al santo madrileno cresce costantemente di anno in anno. Quello di Sant’Isidoro è un culto antico che si diffuse in Sicilia negli anni del vice regno spagnolo dal 1516 -1713, in quanto Santo Patrono della città di Madrid e protettore della Famiglia Reale di Spagna.

Quasi tutti i paesi delle province diocesane siciliane adottarono il santo spagnolo come santo protettore del proprio paese, specialmente nei centri più piccoli in quanto patrono di agricoltori ed allevatori. Sant’Isidoro era esso stesso un agricoltore, la sua santità è avvenuta a seguito di alcuni miracoli narrati nelle cronache del tempo tra questi ricordiamo quello di aver fatto risalire le acque di pozzo, riuscendo a salvare la vita ad un bambino che vi era scivolato in fondo. Altrettanto celebre è ad esempio il cosiddetto miracolo degli angeli i quali, questi ultimi, avrebbero arato un campo per lui per lasciargli il tempo di pregare, Isidoro infatti dedicava molto tempo della sua giornata alla preghiera.

Il legame con Sciara

È scontato dunque, che il culto di Sant’Isidoro si radicò fortemente anche a Sciara dove venne costruita una chiesa, la prima del primo insediamento, ad esso intitolata fino a quando non cadde in malora e venne costruita una chiesa nella parte sovrastante dove sorge oggi la Chiesa Madre. Gli ultimi recenti parroci, incalzati dal fervore fideistico dei contadini e degli allevatori sciaresi hanno ripreso ad omaggiare il santo. Ieri, è stata celebrata la Santa Messa e proprio durante l’omelia, il parroco Don Nunzio Pomara ha voluto sottolineare l’importanza del lavoro, delle fatiche dei contadini nei campi e quindi l’impegno nella salvaguardia delle terre e della Terra intesa come casa comune.

“Oggi – ha affermato Don Pomara – ci ritroviamo come una grande famiglia perché possa prevalere nel mondo l’amore di Dio. Solo così vedremo nascere tanti frutti e godremo di quei benefici. Nella custodia delle coltivazioni, della terra, della testimonianza dell’amore di Dio, possa Sant’Isidoro con l’esempio della sua fatica e della sua semplicità, proteggerci, donarci la forza di vivere come comunità e grande famiglia, affinché – conclude – la Terra possa sempre essere amata e rispettata, così come ogni creatura di Dio e vivere della pace dell’amore di nostro Signore”.

Nelle scorse settimane, si è ripetuto l’antico rito per chiedere il dono della pioggia, con l’esposizione del Sacramento sulla soglia della porta della chiesa in modo tale da benedire tutti i campi circostanti e attendere la tanto agognata pioggia, che effettivamente qualche giorno dopo è arrivata.

Processione e benedizione

Al termine della celebrazione, oltre 20 tra macchine agricole e trattori hanno portato in processione il quadro di Sant’Isidoro per le vie del paese. Un ultimo dono è stato quello del mazzo di spighe, le stesse che quest’anno hanno subito gravi danni a causa della siccità dei mesi scorsi e che rappresentano comunque un simbolo di speranza per la rinascita della vita nuova.

Giovanni Azzara