Le istituzioni, onestamente, fanno il loro dovere. C’è chi approfitta della sua stupida “malantrineria” (detta proprio alla siciliana) per sporcare, il nostro reportage fotografico è la prova di quanto vediamo quotidianamente nelle nostre strade.
Proprio cosi, torniamo a parlare di munnizza! Ora, è davvero brutto scomodare autori come il principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa per parlare di un argomento che purtroppo è alla base del vivere quotidiano. «I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria». Così recita una frase del celebre romanzo “Il Gattopardo”, dell’autore sopracitato, quanta amara e aspra verità. Si parla tanto di bellezza del nostro territorio, ci sono proclami che fanno sembrare di essere nel paradiso terrestre, eppure, più che un paradiso sembra di stare in una discarica. Basta farsi un giro sulla SS113 da Termini Imerese a Cefalù, per accorgersi che quanto di cui vi stiamo parlando è la pura realtà. C’è di tutto, dalla cicca di sigaretta al mobile vecchio pieno di tarli che deve essere buttato ma anche materassi, latte, vecchie lastre ondulate di eternit (amianto), sfabbricidi, insomma di tutto e di più.
Ci sono dei colpevoli? Chi controlla? Chi prende provvedimenti? Ebbene, qualcuno penserà che siamo qui a parlare di amministrazioni comunali, forze dell’ordine, volontari, associazioni di categoria, cittadini attivi in tal senso: nulla di tutto ciò. Parliamo dell’incivile nonché “lagnusu”. Il problema dei rifiuti è sempre stato attuale in Sicilia, non bisogna nascondere il fatto che in passato si poteva fare di più e chiaramente oggi si può fare ancora per arginare il fenomeno, tuttavia i comuni del nostro Comprensorio hanno attivato i vari servizi, funzionanti ed efficienti, in modo tale da permettere la raccolta differenziata ed evitare così che accadono fenomeni di abbandono di rifiuti. Ora, cosa vi costa seguire una semplice regola? Non c’è nulla di “malantrinu” nel farsi belli a dire: «iu un fazzu nenti, a fattu sempri accussì e accussì fazzu, mi nni’ staiu futtennu da raccolta differenziata, sa facissiru iddi».
Ammettiamolo, questa è la frase che spesso abbiamo sentito dire da coloro che danno fiato alla bocca solo perché respirare è fisiologico. Quindi, inutile prendersela con chi ci governa se poi riflettendoci un attimo capiamo che la colpa è di tutti noi, anche di coloro che vedono e non dicono nulla, perché poi sono questi ultimi, che fanno confronti magari con i paesi del Nord Europa dove vige la civiltà e grazie al cielo non sono stati colonizzati da noi che viviamo questa realtà quotidiana. C’è chi addirittura getta i sacchetti fuori dal finestrino dell’auto come se fosse una palla da basket, chi lancia bottiglie vuote, fazzoletti e tanto altro ancora.
Poi ci si chiede anche dell’aumento dei tumori, del cambiamento climatico, della mancanza di pioggia, della zona industriale che ha inquinato: cosa ci lamentiamo a fare se poi siamo noi i primi a non rispettare il nostro ambiente e la nostra salute? La verità è solo una: «il sonno è ciò che i siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali». Quindi, sarebbe ora di smetterla di continuare a farci del male, non invitiamo la gente a venire dalle nostre parti, loro sono abituati al vivere civile, ci guardano come se fossimo pezzi da museo rimasti fermi a tempi che non esistono più, pensano di venire a trovare la cultura, noi che l’abbiamo creata, eravamo la culla della civiltà, fucina di menti brillanti, premi Nobel, imperatori, re, santi, artisti, ora siamo diventati solo una cosa: munnizza!
William Salina