“Teatro di parola”, due pomeriggi al Di Francesca di Cefalù

0
226

Due incontri con il Teatro di Parola si svolgeranno, per due giovedì consecutivi, presso il cineteatro Di Francesca di Cefalù, a cura del Cinema di Francesca con il sostegno dell’ associazione Amici del Cinema Di Francesca.

La parola e la scena come antidoto alle “droghe” che inconsapevolmente assumiamo per sfuggire all’angoscia delle tante catene che la società quotidianamente impone.

Eventi, fatti eccezionali, immani tragedie, tutto ci investe eppure sembra scivolarci addosso, non filtrato dal pensiero critico, dall’analisi che solo un vero ascolto ed uno sguardo attento possono consentire.

La parola che affabula e trasporta in una riflessione dinamica e dunque vitale : di soggetto in soggetto, basandosi su un semplice canovaccio, il ‘cunto’ dell’attore Salvo Piparo conduce la mente del pubblico in un sorprendente viaggio speculativo “a briglia sciolta”, incalzato dagli stimoli sonori e intellettuali che questo tipo di racconto è capace di suscitare.

Il fatto narrato acquista una suggestione ed un valore unici : da che esiste la civiltà umana ritrovarsi per ascoltare il racconto di avvenimenti, molto spesso anche già noti, produce quella partecipazione che serve, generazione dopo generazione, a tramandare i principi, rinnovare le speranze e ricordare i veri obiettivi dell’ essere società. Il gruppo che ricorda riporta, letteralmente, al cuore, le necessità primarie.

L’attore cuntista sarà accompagnato dal polistrumentista Duilio Virzì che eseguirà le musiche durante la narrazione.

La seconda proposta è ancora un monologo ma con una genesi ed in una modalità diverse : l’opera di cui si discute da decenni, pretesto di contrapposizione politica, oggetto di dibattito ambientalista, scientifico, antropologico ed economico, il ponte che dovrebbe connettere infine l’isola di Sicilia alla penisola Italiana, é metafora della sfida dell’uomo, della sua legittima aspirazione alla grandezza, ma anche spunto per interrogativi eterni.  Ciò che è visto come un destino non può più essere una scelta ma la necessità di qualsiasi cosa trascina con sé il destino di tante creature, umane e non. I mostri mitologici che bastavano ad impedire la sola idea di talune imprese saranno trasfigurati in realtà ben più tremende?

Due giovani interpreti, attualmente impegnati in percorsi di formazione presso prestigiose accademie di teatro, daranno voce a domande che forse, di tanto in tanto, si affacciano alle nostre coscienze arrugginite per la sempre minore possibilità di fermarsi a riflettere.

Il tempo del teatro è il tempo che manca, quello che non fermiamo, trascinati dal flusso inarrestabile delle situazioni quotidiane, sovraccariche di cose e troppo povere di perché.

Concepiti come due momenti di un unica esperienza di ascolto condiviso, i due eventi si propongono di realizzare per ogni spettatore quella catarsi personale e libera che è il vero grande scopo del teatro sin dalla sua prima nascita.

Primo appuntamento con Salvo Piparo il 19 settembre alle 18.30. Il giovedì seguente, 26 settembre, sarà la volta di Alessio Dongarrá, con la partecipazione di Giorgio Compagna.

Barbara De Gaetani