‘Stanze’ fascinose di una vasta genealogia abbiamo trovato lungo questa Via della Thòlos, nel mettere in atto percorsi adeguati, per realizzare le grandi speranze che ci vengono dal deposito di Futuro-Antico che rappresenta la nostra Gurfa/Urfa ad Alia. Lineamenti essenziali dell’itinerario sono stati : studiare la ‘fenomenologia’ delle evidenze, esercitare con criterio i confronti tipologici e strutturali con riferimento particolare al livello simbolico, lavorare quindi sulle ‘genealogie’ di riferimento alla scala adeguata dei fenomeni in osservazione, indagarne con attenzione i margini esterni di contorno, delinearne le dinamiche storiche con schede di dati noti, tentare di costruire un ‘catasto’ dei saperi emersi, attribuirne i significati anche per successive approssimazioni e definire un itinerario rispetto all’evidenza monumentale di ciò che si manifesta come suo Centro. Cercare infine di inquadrarne la Tradizione radicata nel Simbolismo architettonico del Centro sulla base delle linee guida di Autori e Scuole di autorevolezza scientifica accreditata. Il lavoro di attribuzione ne è emerso come dato empirico di metodologia scientifica sul doppio fronte della informazione, del sapere le cose, e della loro reale conoscenza, avendo chiaro che la semplice informazione non basta, perché spesso o è parziale o non è vera conoscenza. A maggior ragione questo vale nel caso dei reperti da scavo archeologico, da interpretare anche, forse primariamente, come sopravvivenza di stratificazione psichica di materiali ed idee lontane nel tempo. Su questo linea d’indagine una sicura fonte di alta scienza, che si sta occupando della nuova e complessa frontiera della Fisica Quantistica è Federico Faggin, che ha messo in luce le straordinarie coincidenze del pensiero scientifico attualmente più avanzato con l’antichissima Sapienza della Tradizione: “Nella lingua italiana c’è una differenza di significato notevole tra sapere e conoscere, anche se nell’uso comune le due parole sono spesso usate come sinonimi. Sapere si riferisce all’informazione, mentre conoscere si riferisce al significato dell’informazione, che può venire soltanto da un’esperienza cosciente. Il computer può sapere, ma non può conoscere. … L’ontologia è presente non nell’informazione senza significato, ma nella conoscenza che vive sé stessa. …In questa nuova visione, lo scopo e il significato dell’universo, che erano stati negati dalla fisica classica, diventano centrali. Tale visione è anche allineata profondamente con il pensiero della filosofia perenne, che ha sempre riconosciuto il valore inestimabile della coscienza e della conoscenza. Questa nuova interpretazione, che coinvolge fin dall’inizio la coscienza, che è molto più vasta della mente razionale, fa intravedere un mondo ancora tutto da esplorare e da scoprire scientificamente” (1) Molto opportunamente Faggin si rifà alla Linea di Tradizione che unifica il pensiero di Pitagora quello di Meister Ekhart e la Sapienza tibetana, citandoli: “Anche ciò che sembra inerte come una pietra possiede una certa frequenza di vibrazioni” (Pitagora),
“La conoscenza è una luce dell’anima” (Meister Ekhart), “Il vaso si può rompere, ma il suo modello continuerà a esistere nella mente” (Proverbio tibetano). Riecheggia in questa inattesa posizione di uno scienziato che si occupa di Fisica il pensiero di Ananda Coomaraswamy, così abilmente riassunto da Elèmire Zolla: “Egli procurò di spiegare agli Occidentali come nelle civiltà tradizionali non esista decorazione, poiché ogni ornamento ha un valore magico e metafisico …propose l’idea d’un museo come griglia simbologica… Così una porta del sole egizia, il Pantocratore di un’abside bizantina, il buco nel tetto della capanna sciamanica, l’apertura del tempio di Giove Termine sono tutti la medesima porta per la quale si evade dal mondo”(2). Sembra proprio che si stia parlando di quel ‘foro’, Oculus e Opaion, alla sommità zenitale della thòlos della Gurfa o degli altri numerosi ambienti funerari tholoidi con la ‘decorazione’ terminale a ‘scodellino memoriale del foro’, ubicati negli itinerari della Via della Thòlos. Per la nostra indagine, ci pare essere questa la posizione primaria da tenere presente nelle riflessioni sul movimento delle idee dei più attenti nostri contemporanei, con la soddisfazione personale e l’onore di averne potuto parlare brevemente con lo stesso Federico Faggin il 7 maggio 2023, a Valledolmo, per merito del Centro Studi Platon, del prof. Giuseppe Muscato e di Mariella Di Baudo dell’Associazione Paideia, in occasione della presentazione del suo importante libro Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura, di cui conservo la dedica a ricordo fra le cose più importanti “per il dopo”.
Note al testo:
(1) F. Faggin, Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura. Ed. Mondadori, 2022, pp. 177 e 221 in particolare.
(2) E. Zolla, voce Simbologia, in Enciclopedia del Novecento-Treccani, 1982.
Gurfa. Oculus zenitale (Foto cortesia A. Lo Bello).
Dedica a Carmelo Montagna del prof. Federico Faggin (Valledolmo, 7.5.2023)
Carmelo Montagna