Dopo Favara e Mazzarino, Farm Cultural Park apre una “casa” anche a Palermo: così rinasce l’ex collegio dei Crociferi

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Palermo riscopre un antico tesoro del suo centro storico. La scorsa settimana l’Agenzia del Demanio ha riaperto le porte dell’ex Convento dei Crociferi, in via Maqueda, per presentare alle istituzioni, agli eventuali investitori e alla stampa il progetto per il recupero e la messa a valore del monumentale edificio proprietà dello Stato, in disuso da ormai un decennio. Un accordo per la gestione temporanea del bene è stato siglato con Farm Foundation, cellula di Farm Cultural Park, che vi creerà un percorso espositivo dedicato alla città ma anche spazi di studio e confronto fra artisti, studenti, cittadinanza in genere.

All’evento di presentazione oltre al direttore regionale dell’Agenzia del Demanio, Silvano Arcamone, erano presenti l’assessore comunale alla Città Storica e all’Urbanistica Maurizio Carta, il presidente di Farm Foundation Florinda Saieva, e il cofondatore di Farm Cultural Park Andrea Bartoli.

Il grande progetto di Urban Gallery dell’Agrigentino cresce dunque ancora e incamera una porzione significativa del centro storico di Palermo a pochi passi da piazza Villena (4 canti) e da siti monumentali della lista Unesco come Santa Maria dell’ Ammiraglio e San Cataldo.

Il percorso di rinascita dell’ex convento avviato dall’Agenzia del Demanio si basa infatti su una visione che guarda ad una collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, con l’obiettivo di favorire in modo efficace quel processo di rigenerazione urbana di cui i centri storici delle città d’arte italiane hanno bisogno per continuare a vivere non solo come cartoline, ovvero musei in una dimensione esclusivamente esteriore, ma sopratutto come luoghi il cui potenziale di attrazione del pubblico internazionale si traduca in occasioni di occupazione al di là della mera vendita di beni di consumo.

Il concetto stesso di “Farm” presuppone una struttura in grado di consumare ciò che produce : una farm non è una realtà solo commerciale dedita alla vendita ma inizia la propria attività con un processo produttivo che coinvolge tutti i suoi abitanti.

Il consumo culturale in particolare ha un sé la capacità di produrre capitale da reinvestire in altri progetti di riqualifica, per riportare la vita civile la dove sono rimasti solo ricordi di epoche trascorse, sia che si tratti di fasti sia che si tratti di eventi bellici.

Quanto al “temporary use” rappresenta un unicum a Palermo per quanto riguarda la gestione del patrimonio immobiliare dello Stato : nei ben 425 mq al primo piano dell’ex Convento dei Crociferi, affidati per un periodo di cinque anni, sorgerà il “Museo delle Città del Mondo” (MCM), un centro dedicato alla ricerca e ad una produzione versatile di contenuti con l’obiettivo di restituire nella coscienza della comunità locale non solo il valore effettivo degli immobili ma anche le loro potenzialità che devono risultare già durante le fasi di esecuzione dei lavori.

Un approccio già sperimentato nelle altre sedi gestite da Farm : riappropriarsi di edifici pubblici e aree urbane inutilizzate creandovi spazi per attività culturali e sociali e contribuendo così a contrastare il degrado anche attraverso ricadute economiche positive per la città e la sua forza lavoro.

Il MCM fungerà da ponte verso il mondo, aumentando la visibilità di Palermo a livello internazionale, stimolando lo scambio interculturale e arricchendo la città di nuove prospettive.

Il Convento dei padri Crociferi di Santa Ninfa  venne edificato nel XVII secolo lungo una delle principali arterie del centro storico di Palermo;  divenuto proprietà dello Stato con le leggi eversive del 1866, l’edificio ha avuto diversi utilizzi nei decenni successivi, l’ultimo dei quali come sede della Scuola Centrale Tributaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze, fino alla sua chiusura nel 2014.

I lavori di restauro degli spazi destinati al museo saranno realizzati in stretta collaborazione con l’Agenzia del Demanio. Un cantiere che, come accennato sopra, sarà esso stesso un museo, ospitando mostre in vista dell’inaugurazione  prevista a luglio 2025 : già in attesa dell’avvio dei lavori, l’edificio accoglierà, una mostra di Alena Grom nel chiostro, ed una di foto storiche di Palermo in alcuni ambienti del primo piano.

Tutti gli eventi preparatori dell’ apertura del museo seguiranno come motivo unificante lo spirito di “Countless cities”, la biennale di Farm che il prossimo anno segnerà il traguardo della quarta edizione e proprio nel capoluogo siciliano promette di portare “the best of”, una mostra permanente con tutte quante le migliori produzioni delle biennali precedenti.

Entusiasmo per il progetto palermitano si percepisce nell’ auspicio formulato da Andrea Bartoli, fondatore di Farm insieme alla moglie Florinda Saieva e alla figlie Carla e Viola: “Nei nostri anni di lavoro a Favara e a Mazzarino abbiamo potuto conoscere una bellissima rete palermitana di collaborazioni che orbitano attorno al mondo della Urban Culture : dalle Vie dei Tesori al Museo Salinas, passando per gallerie d’arte come Pantaleone. Questo affido sarà l’occasione per fare qualcosa a Palermo e per Palermo tutti insieme”

Oltre alla mostra permanente sulla città, il nuovo museo ospiterà anche una piccola biblioteca dedicata al tema delle città del mondo e uno spazio laboratorio per accogliere ricercatori e studenti. L’idea è quella di far nascere  anche qui la Sou, una scuola di architettura per bambini, insieme al Plurals (spazio-laboratorio per ragazzi) e allo shop Jemaa el-Fnaa.

Un’operazione complessiva che costerà circa 150 mila euro e farà rinascere uno spazio che ha le potenzialità di attrarre migliaia di persone da ogni parte del mondo come già successo con Favara e Mazzarino.

Barbara De Gaetani

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