Termini Imerese, al Corso di Archeologia promosso da BCsicilia si parla di Topografia cristiana

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Si terrà sabato 16 novembre 2024 alle ore 16,30 la settima lezione del Corso di Archeologia: Topografia e viabilità nelle terre antiche di Sicilia, promosso da BCsicilia, in collaborazione con il Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo, il Parco Archeologico Imera, Solunto, Iato, la Parrocchia San Nicola di Bari e l’Università Popolare di Termini Imerese. Dopo la presentazione di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, è prevista la conferenza dal titolo “Topografia cristiana” che sarà tenuta da Giuseppina Schirò, specializzata presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. E’ possibile seguire la lezione in presenza presso la Chiesa del Monte in Via Mazzini a Termini Imerese oppure in Live streaming.

Il Corso prevede 10 lezioni e 5 visite guidate. I successivi incontri riguarderanno “La viabilità interna nella Sicilia romana: il caso della Catina-Agrigentum”, “Novità e prospettive di ricerca, tutela e valorizzazione sul tracciato della Via Catina-Thermae e della Via Valeria”, “Viabilità e insediamenti nella Sicilia medievale. La Sicilia interna tra i Nebrodi e gli Erei”. Previste inoltre visite guidate ai siti archeologici di Halaesa (Tusa), Delia, Sophiana (Mazzarino). A gennaio infine visita guidata a Pompei ed Ercolano. Alla fine del Corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per informazioni: Tel. 346.8241076 – Email: [email protected]. Facebook: BCsicilia.

Il tema dell’incontro è un itinerario che tocca i punti salienti della topografia cristiana siciliana, all’interno di un quadro più ampio che rimanda anche a contesti extra-isolani, attraverso l’analisi delle testimonianze archeologiche di edifici di culto, cimiteri, monasteri, battisteri e della loro corrispondenza, quando possibile, con le fonti scritte (storiche, agiografiche, epigrafiche). In tal modo si seguiranno le tracce della presenza di gruppi di cristiani e i corrispondenti riflessi spaziali nell’assetto urbano e rurale, a partire dalla fine del III sec. fino al VII/VIII sec., nonché a ricostruire la percezione mentale dei luoghi vissuti dalla stessa comunità. In rapporto all’arco temporale indicato e alla prospettiva che coniuga dati storici ed archeologici, il caso-studio di Agrigento sarà la cartina al tornasole per toccare con mano le diverse trasformazioni di un impianto urbano in cui rispetto alla città classica si collocano i marcatori di un nuovo paesaggio – chiese e soprattutto aree funerarie – che ne riprogettano il profilo attraverso fenomeni di persistenza e/o di mutamento nelle destinazioni d’uso.

Giuseppina Schirò, specializzata presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, ha conseguito il dottorato di ricerche in Scienze Archeologiche e Storiche nell’Università di Messina ed è cultore della materia presso la cattedra di Archeologia nell’Università di Palermo. Da diversi anni collabora alle ricerche archeologiche che vengono condotte nella catacomba di Villagrazia. La sua principale attività scientifica si concentra sul processo di cristianizzazione degli spazi urbani e rurali attraverso l’indagine topografiche delle aree funerarie della Sicilia centro-meridionale, inserito nel quadro più ampio delle dinamiche evolutive della diocesi di Agrigento tra Tardoantico e Medioevo. Negli ultimi anni si è anche occupata del fenomeno monastico e degli hospitalia medievali nella Valle del Sosio. Ha all’attivo diverse pubblicazioni e partecipazioni a convegni nazionali e internazionali. È autrice di una monografia sulla diocesi di Agrigento “L’ecclesia Agrigenti. Note di storia e archeologia urbana”.

Nella foto Ipogei ad Est della Grotta Fragapane ad Agrigento.

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