Cerda, medaglia a Michele La Tona per i cinquant’anni di iscrizione all’Albo dei Giornalisti

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Ci sono storie che non si limitano a essere raccontate, ma si incarnano nei luoghi, nelle persone e nelle opere. Vivono, vibrano, emozionano, restano. Quella di Michele La Tona è una di queste. Giornalista, uomo di cultura, anima del teatro e testimone di un’epoca in cui l’arte e la scrittura si incontravano per creare bellezza.

E oggi, il tempo gli rende omaggio con il conferimento di una medaglia che, con il suo peso simbolico, celebra i cinquant’anni di iscrizione all’Albo dei Giornalisti di Sicilia. Un traguardo raggiunto già due anni fa, ma che il destino, con la sua ironia, ha tardato a far arrivare, quell’oggetto simbolico, nelle mani del suo legittimo proprietario.

Michele La Tona non è solo un giornalista. È un costruttore di ponti tra cultura e comunità, tra passato e futuro. Cerdese d’origine, ha trascorso gran parte della sua vita e carriera nella sua amata Palermo, città che ha alimentato la sua passione per la cultura e il giornalismo. Qui, tra le vie cariche di storia e i palcoscenici teatrali che raccontano secoli di tradizione, ha sviluppato la sua visione unica, diventando non solo un protagonista della scena culturale siciliana, ma anche un punto di riferimento per tutte le arti. Con un legame indissolubile alla sua terra, ha saputo arricchire e amplificare la sua esperienza con una dimensione internazionale, portando la Sicilia nel mondo e il mondo nella Sicilia
Un autorevole testimone del nostro tempo
La Tona è stato tra i fondatori del Teatro Biondo Stabile di Palermo e dal 1975 vi ha lavorato come Direttore dell’Ufficio Stampa prima e Segretario Generale dopo ed è stato membro effettivo della Commissione nazionale AGIS-UNAT Teatri pubblici per i rinnovi dei contratti di lavoro. Ha diretto festival di livello nazionale ed internazionale quali: Segesta Teatro, Palermo di Scena, Tindari Estate, Palermo Tutta, Palermo Teatro, Orestiadi
Ha lavorato come consulente per il Comune di Palermo per le attività teatrali e culturali.
Direttore artistico nel triennio 2004-06 del Circuito Teatrale Siciliano promosso dal Ministero dei Beni Culturali. Consulente della Rassegna “Il Circuito del Mito”, organizzata dalla Regione Sicilia-Assessorato al Turismo. Ha organizzato le tournées all’estero dello Stabile di Palermo e rappresentato in Italia il Teatro dell’Opera di Praga diretto da Daniel Dvorak, l’Opera Mozart e la Prague Chamber Armony di Praga.
Nel luglio del ‘99 ha ideato le suggestive “Albe teatrali” di Segesta. E’ stato docente di organizzazione teatrale in corsi europei per manager teatrali.
La sua carriera è stata impreziosita dalla pubblicazione di opere che testimoniano la profondità del suo pensiero e la ricchezza del suo sapere. Tra le opere più significative spiccano: “Camus, testimone di libertà”, un saggio che esplora la vita e il pensiero di Albert Camus, sottolineando il valore della libertà come cardine esistenziale; “La vera storia della baronessa di Carini”, un’avvincente ricostruzione storica e letteraria della tragica vicenda siciliana;  “Come nasce un teatro stabile”, un’analisi lucida e appassionata del panorama teatrale;  “Appunti di teatro”, una riflessione intensa sulla sua lunga esperienza nel mondo del palcoscenico.

Un flusso ininterrotto di affetto e ammirazione sui social

Nel momento in cui la medaglia gli è stata finalmente recapitata, i social hanno vissuto un’ondata di affetto e stima nei suoi confronti. I commenti che hanno invaso i suoi profili on line non sono stati solo un tributo alla sua carriera, ma hanno restituito l’immagine di un uomo che, oltre a essere un professionista di grande valore, è stato anche un punto di riferimento umano per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui.

“Riconoscimento che va oltre il numerico valore degli anni di iscrizione all’ordine dei giornalisti. Sei un collega di straordinaria cultura, maestro per tante generazioni e mio fraterno amico” , scrive il giornalista Rosario Mazzola. E Antonio Cappadonia, il noto maestro gelatiere ha aggiunto: “Tutti questi anni sono l’attestazione meritevole di un professionista serio e competente, dedito con sani principi etici e morali alla propria professione. Sei un esempio da imitare, un esempio per le nuove generazioni!”. Questi commenti sono il riflesso di un consenso unanime, che dimostra quanto, questo illustre maestro dei nostri tempi, abbia saputo lasciare un segno profondo, non solo nel mondo del giornalismo, ma anche in quello dell’arte, della cultura e della vita sociale. La sua carriera non si è mai limitata a registrare i fatti, ma ha interpretato e creato visioni tra la cultura locale e quella globale.

La medaglia che oggi stringe tra le mani, oltre a rappresentare un riconoscimento per il suo straordinario cammino giornalistico, iniziato nel lontano gennaio del 1973, è un tributo alla sua costanza, al suo rigore intellettuale e alla sua visione.

Cinquant’anni di giornalismo, cinquant’anni di storie non sono solo una cifra, ma un intreccio di esperienze, incontri e visioni che hanno attraversato il tempo come un fiume che scava e modella il paesaggio. Michele La Tona, come un moderno testimone del pensiero di Thomas Mann, ha saputo incarnare la convinzione che “la cultura è la vera patria dell’uomo”. La sua vita professionale è stata un costante ritorno a questa patria. Egli ha dato forma e sostanza a un giornalismo che non si limita a raccontare, ma che interroga, affascina, crea. Come scrisse Antoine de Saint-Exupéry, “è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che fa la tua rosa così importante”; e La Tona nel suo lavoro, ha dedicato tempo, passione e rigore a una “rosa” di cultura che ha nutrito il nostro pensiero e arricchito il nostro spirito. Il suo è un esempio di dedizione che trascende il giornalismo stesso, trasformandolo in un atto di poesia quotidiana, in un’espressione alta della ricerca umana del sapere. A lui, oggi, non possiamo che rivolgere un pensiero pieno di gratitudine, consapevoli che il suo esempio continuerà a ispirarci, a stimolarci e a guidarci nelle infinite storie che ancora ci attendono, sempre con la stessa passione e la stessa lucida visione che lo hanno contraddistinto.

Salvina Cimino

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