Il Koro è un disturbo etnopsichiatrico, noto sin dall’antichità. I primi a parlarne sono stati i medici tradizionali cinesi, in particolare gli estensori del Nei Ching, il ‘Canone di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo’, un celebre testo medico popolare cinese che la tradizione vuole sia stato scritto circa tremila anni fa da Huang-Ti, un mitico imperatore e legislatore cinese. Il Nei Ching asserisce che una delle malattie più gravi è quella dovuta alla retrazione del pene all’interno del corpo.
In realtà il ‘Koro’ deve la sua denominazione alla lingua malese, e il termine, di origine incerta, significa più o meno ‘testa di tartaruga’, evidentemente riferendosi al sintomo fondamentale che caratterizza questa sindrome. La sua importanza è ovviamente relativa in campo psichiatrico. È vero che la sensazione che il pene si ritiri all’interno del corpo è stata riportata in diverse sindromi neuropsichiatriche (nell’intossicazione da anfetamina, per esempio, o in certi tumori cerebrali), ma la malattia vera e propria, il ‘Koro’ propriamente detto, è una sindrome di stretta pertinenza etnopsichiatrica. Si tratta, cioè, di un disturbo presente solo in certe culture, particolarmente tra gli abitanti delle coste meridionali della Cina, e tra i Malesi. Questo non implica che sia sconosciuto in altre culture: una sindrome equiparabile al Koro è stata osservata negli ebrei, nei nigeriani e nei greci, oltre che in soggetti europei o nordamericani di cultura europea. Si tratta comunque, in genere, di una sindrome incompleta e quindi non uguale a quella registrata in Cina o Malesia. Al contempo la paura di una retrazione dei genitali maschili all’interno dell’addome può complicare come sintomo secondario stati di psicosi o gravi disturbi affettivi.
Vari autori hanno evidenziato delle vere e proprie epidemie di Koro, che coinvolgono decine di soggetti affetti dalla medesima sindrome psichiatrica, non in maniera differente da come è avvenuto in diversi periodi storici (si pensi alle ‘epidemie’ isteriche durante la caccia alle streghe sia in Europa sia nell’America puritana).
I sintomi del Koro sono caratteristici: si tratta di una forma di panico devastante, dovuta alla paura della retrazione dei genitali all’interno dell’addome. La paura è incoercibile, con le caratteristiche sostanziali del panico psicotico. Non sembra essere in alcun modo legato necessariamente a episodi di tipo sessuale (come uno o più episodi di impotenza, rapporti sessuali con partners femminili durante le mestruazioni, o rapporti mercenari).
Una caratteristica evidenziata durante le ‘epidemie’ verificatisi in estremo Oriente è che la maggior parte dei pazienti (circa il 76%) aveva visto altre persone preda del Koro.
In genere gli episodi di Koro cominciano durante la notte ( nel 73% dei casi). Tra i sintomi più frequenti vanno annoverati una estrema ansietà, palpitazioni e tremori, convinzione di morte imminente. In realtà, dal punto di vista fisico, un buon numero di questi soggetti presenta un liete rattrappimento del pene, ma del tutto fisiologico, mentre è ovviamente del tutto assente una qualunque forma di ritrazione nell’addome.
La sindrome si può manifestare, più raramente, anche nelle donne: in tali casi il panico si manifesta come paura che i capezzoli si siano ritratti, o che gli organi sessuali si siano ristretti. In una terza forma, relativa ai preadolescenti in genere, il panico è accompagnato dalla paura di una ritrazione della lingua, del naso o, più raramente, delle orecchie.
Generalmente l’attacco di panico è breve – la sua durata non supera l’ora, ma può durare anche soltanto 20 minuti. È abbastanza frequente un attacco singolo, ma talvolta esso si può ripetere, o presentarsi addirittura più di tre volte (in una minoranza di soggetti). Normalmente la sindrome si risolve spontaneamente al termine dell’attacco di panico, ma altre volte possono residuare sintomi ansiosi intermittenti. L’età media dei soggetti oscilla (almeno negli studi disponibili) tra 10 e 25 anni, per l’uomo e 15-20 anni per la donna. Il livello culturale più frequentemente rilevato è medio-basso, così come il livello sociale, ma talvolta i pazienti sono di livello culturale più alto, hanno compiuto studi superiori o sono professionisti in qualche area. Pescatori e contadini sono comunque i gruppi più rappresentati.
Etnopsichiatria del Koro
Trattandosi di un disturbo psichiatrico etnico, è ovvio che le motivazioni dell’insorgere del Koro vanno cercate nel particolare substrato sociale e culturale.
La fondamentale credenza culturale correlata al Koro sembra essere la concezione filosofico-medica cinese del Yin-Yang, il principio secondo il quale la realtà in tutti i suoi aspetti è correlata ad un aspetto ‘positivo’ (Yang) e ad uno ‘negativo’ (Yin). In realtà le definizioni di positivo e negativo non vanno intese come attribuzioni di qualità (buona-cattiva), bensì come attribuzioni in sé. Nella tradizione cinese originaria Yin rappresentava l’aspetto in ombra, per esempio, di un colle, e Yang quello soleggiato, il freddo e il caldo, il dinamico attivo e il passivo. Nella realtà tutto si svolge secondo i principi di questa elementare dialettica tra due ‘poli’.
La medicina tradizionale cinese è strettamente correlata a questa filosofia della duplicità. Uno dei suoi aspetti più particolari riguarda la sessualità.
Secondo l’antica medicina cinese, lo sperma è la quintessenza dell’energia e della vitalità, e quindi va attivamente tesaurizzato. È da questa concezione (divenuta popolare in occidente come ‘Tao sessuale’) che nascono persino tecniche amatorie specifiche (il coitus reservatus occidentale) tendenti al raggiungimento dell’orgasmo senza eiaculazione. Una eccessiva frequenza di eiaculazioni è infatti ritenuta decisamente dannosa alla salute e all’equilibrio mentale. Lo sperma, infatti, è un prodotto Yang, quindi strettamente correlato alla vitalità, e la sua dissipazione danneggia la salute psicofisica, sino a provocare la morte.
Da questa concezione filosofica nascono anche delle superstizioni popolari. Una delle più diffuse sostiene che gli spiriti dei defunti soggiornino nel mondo dello Yin e siano privi di pene che è un elemento Yang. Gli spiriti che vogliono allora tornare nel mondo dei vivi, assumendo forma umana, hanno la necessità di procurarsi un pene per ripristinare il loro equilibrio tra Yin e Yang. Per farlo essi, spesso sotto forma di una donna avvenente, o di una hu-li-jing, una volpe femmina, vengono tra i viventi per procurarsi i peni che loro necessitano. Per fare ciò provocano nei viventi il Koro.
Ovviamente queste donne spettro non sono riconoscibili dalle donne normali, e qualunque uomo, quindi, può essere loro vittima. L’unico mezzo di protezione è magico e consiste nell’appendere in casa l’immagine di Zhong-Qi, un celebre cacciatore di spiriti della Cina antica.
Non esiste invece una specifica spiegazione magica del Koro nelle donne o nei preadolescenti, che peraltro rappresentano una sostanziale minoranza dei casi.
La terapia tradizionale è in parte puramente fisica, razionale e in parte magica e medica. Ad aiutare il malato di Koro possono essere membri della famiglia, amici, persone comunque della comunità. Dal punto di vista fisico, si utilizzano mezzi tendenti a evitare che il pene penetri all’interno dell’addome: mollette, lacci o qualunque altro mezzo simile viene quindi fissato sul pene a questo scopo. Dal punto di vista medico-magico, viene utilizzata qualunque sostanza ‘Yang’ che sia in grado quindi di compensare la carenza di Yang che porta alla ritrazione del pene. Tra queste sostanze, alcuni sono comuni alimenti, come il peperoncino, o qualunque tipo di liquore.
Se si ha il dubbio che la malattia sia dovuta all’azione di una donna-spettro, si utilizzano invece pratiche atte a scacciarla. Suono di gong, rumori frastornanti, etc. vengono allora usati allo scopo di far fuggire la donna-fantasma. Se è una donna ad essere posseduta da uno spirito-donna, se ne copre la testa con una rete da pesca, la si percuote con dei rami, e le si battono le dita con dei bastoncini per esorcizzarla.
Del Koro è stato anche tentato un inquadramento nosografico secondo le modalità della psichiatria occidentale, sin dall’epoca di Emil Kraepelin, considerato il fondatore, negli anni ‘20 del secolo scorso, della moderna psichiatria occidentale, ma i risultati sono discordanti l’un l’altro.
Proprio per risolvere accettabilmente questo problema, è stata proposta una ulteriore classificazione del Koro che distingue tra casi primari e secondari, e casi di ‘innesto’ su preesistenti malattie psichiatriche, oltre a considerare tra i casi di Koro, alcuni sicuramente secondari, e su base presumibilmente organica, ma solo in soggetti anziani.
Dal punto di vista psicodinamico, possono essere valutati fattori come l’angoscia di castrazione, e le angosce correlate alla propria sessualità, come, per esempio, difficoltà di identificazione nel ruolo maschile, o, talora, una distorta visione della sessualità, condizionata da fattori. Una completa interpretazione psicodinamica non è stata esplicitamente elaborata, anche per le difficoltà connesse all’identità etnica del disturbo, che pure, come già detto, non appare esclusivo della Cina o della Malesia. Il tipico andamento epidemico del Koro in queste regioni, comunque, sembrerebbe dimostrare la rilevanza di fattori etnici nel determinare questa specifica sindrome psichiatrica, che in genere riguarda solo una specifica comunità, caratterizzata da una forte coerenza culturale e da un sistema di credenze che rende il Koro un disturbo non solo realistico, ma anche perfettamente plausibile.
Giovanni Iannuzzo