Termini Imerese. Comitato Città-Porto: Sindaca azzera la Giunta Comunale

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Per cambiare, sul porto ci vuole trasparenza, condivisione e partecipazione, a cominciare dalle Aree di interazione porto-città.

L’inizio del nuovo anno è stato caratterizzato da un “coup de théàtre” della Sindaca di Termini Imerese che ha annunciato – via facebook – l’azzeramento della Giunta Comunale.

Da giorni impazzano sui social commenti, ipotesi, retroscena.

Un atto così forte, impone delle riflessioni, un bilancio su cosa è successo in questi anni. Noi possiamo certamente svolgerle sul porto e, per noi, il bilancio di questi quattro anni non può che essere negativo. Una riflessione, nel merito delle scelte operate da questa Amministrazione comunale e anche per il metodo seguito, nei confronti della comunità termitana.

Nel merito delle scelte operate in questa consiliatura, le prospettive di sviluppo del porto e della città, delineate nel Piano Strategico del 2007, sono state completamente ribaltate dal DPSS del 2022: da occasione di sviluppo, il porto è diventato un grande peso per la città, che desta sempre più preoccupazioni nella popolazione, in particolare per il nuovo terminal container che verrà, assurdamente, avviato a breve davanti al centro storico e alle terme, al posto del porto turistico, che era stato già progettato a livello preliminare nel 2004. Al contrario, non si decide nulla sulle “contropartite” del “baratto” (per usare le parole dell’Assessore Preti), a cominciare dalle scelte, ancora da operare, per le Aree di interazione porto-città.

Nel metodo, L’atteggiamento di questa Amministrazione, in particolare dell’assessore responsabile “alla portualità”, si è distinto per la sua assoluta mancanza di condivisione delle scelte con l’opposizione e con la città, compreso questo Comitato, con una arroganza senza precedenti nei confronti di chi ha osato dissentire.  Il clima litigioso, la contrapposizione di “controdelibere” alle proposte di iniziativa popolare da noi promosse, hanno portato ad una situazione di immobilismo istituzionale (il famoso stallo dell’“8-8” dello scorso agosto, per le Aree di interazione porto-città).

Sul porto, questa città, come su tutte le grandi questioni del territorio, si era, invece, sempre mossa in maniera compatta, con deliberazioni consiliari rese all’unanimità. Oggi non si riesce a deliberare con una scelta condivisa sulle Aree di interazione porto-città. Questa è una grave responsabilità di questa Amministrazione comunale.

Abbiamo avuto un assessore dedicato al tema della “portualità”. Ci saremmo aspettati almeno trasparenza e completezza delle informazioni.

Il silenzio è stato, invece il tratto fondamentale dell’operato dell’assessore: silenzio sul DPSS, tenuto nascosto per mesi al Consiglio Comunale (da noi tirato fuori ed esposto pubblicamente il 31 marzo 2021), silenzio sul nuovo Piano Regolatore Portuale (da noi tirato fuori dal sito del Ministero dell’Ambiente nel 2024).  Il silenzio sulle Aree di interazione porto città, che, per legge, andrebbero pianificate dal Comune e su cui, ancora una volta, l’Amministrazione comunale è rimasta silente, finchè questo Comitato non ha promosso l’ennesima raccolta firme (oltre 500) per una nuova proposta di delibera al Consiglio Comunale, anche questa, nuovamente avversata con una “controproposta”…

Memorabile è rimasto il silenzio della Sindaca all’Assemblea pubblica sul porto, indetta nel febbraio 2022 da questo Comitato, raccogliendo migliaia di firme di cittadini, così come l’assenza, anche in quel caso, dell’Assessore alla portualità. Così come, sempre nel vuoto sono cadute le nostre richieste di un confronto pubblico sul porto.

Si cambi, dunque metodo, lasciando da parte l’arroganza che ha contraddistinto questi anni e si presti ascolto alle preoccupazioni della cittadinanza.

Un atto concreto di riconciliazione, in Consiglio comunale, così come in città, dovrebbe essere la rapida definizione di linee guida condivise per la pianificazione delle aree di interazione porto-città, che per legge spettano al Comune.

Sarebbe una risposta concreta per dare certezze sul futuro dell’area nord del porto (almeno quella!), come previsto dallo stesso DPSS:

– per togliere definitivamente (da subito, senza rinvii), l’approdo commerciale della nave alla banchina S. Veniero, lato spiaggia, che continua ad avvenire ancora in questi giorni;

– per restituire alla città tutta la zona nord del porto come area urbana riqualificata, compresa la banchina portuale S. Veniero.

Su tutto ciò i Cittadini termitani chiedono che sia fatta chiarezza, nel rispetto delle istituzioni e nella constatazione della situazione di degrado sociale ed economico in cui versa la Città, che richiede un governo privo di condizionamenti esterni e capace di ascoltare le istanze che provengono dalla comunità, a cominciare dalle questioni strategiche dell’assetto del porto, dove si può ancora intervenire.

Sul porto ci vuole: trasparenza, condivisione e partecipazione.

Diamo ascolto ai cittadini

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