Turismo delle radici: corso di aggiornamento per accompagnatori, guide ed operatori turistici

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Un corso di aggiornamento on line articolato in 12 incontri, a partire dal 16 gennaio e fino al 28 febbraio: è l’iniziativa per accompagnatori, guide ed operatori turistici ideata dalla Associazione Sicilia Tour Leaders in risposta alla crescente domanda del mercato turistico di professionisti qualificati nel settore dei viaggi denominato turismo delle radici.

L’anno appena trascorso era stato designato ufficialmente dal Ministero degli Esteri, l’anno delle radici Italiane.

Il turismo delle radici è appunto quella particolare forma di viaggio che offre l’opportunità di esplorare le proprie origini, nelle due versioni di scoperta delle tradizioni culturali del ceppo di appartenenza e di riconnessione alla propria storia familiare.

In Italia il turismo delle radici è un settore particolarmente significativo, da un lato per la ricchezza del patrimonio storico-culturale del paese, che lega profondamente i propri figli rendendoli orgogliosi delle loro origini, dall’altro per la lunga vicenda di emigrazione che ha interessato tutte le regioni italiane a partire dall’ ultimo ventennio dell’ottocento.

Questo tipo di turismo è noto con diverse denominazioni : turismo delle origini, turismo di ritorno, turismo genealogico, fino a quelle più evocative di vicende drammatiche, come turismo della diaspora o turismo della memoria. In effetti tutte queste parole rimandano a forti motivazioni e si traducono in un forte interesse verso il passato e l’identità personale e nazionale.

I viaggiatori delle radici hanno caratteristiche uniche, a metà strada tra visitatori e residenti; il turismo delle radici é infatti una forma ibrida tra il turismo domestico e il turismo internazionale poiché si manifesta attraverso la visita alle terre d’origine da parte di migranti che vi tornano dopo una lunga assenza, o in altri casi da parte di loro discendenti.

Il viaggio e il soggiorno nella terra natale propria o degli avi rappresentano per i turisti delle radici un’esperienza emotivamente intensa, e talvolta anche l’opportunità di rivedere i familiari e di ritrovare luoghi pregni di significato : case, parrocchie, tombe. È il turismo di ritorno, che si verifica specificatamente quando le persone tornano al luogo in cui sono nate o al luogo di provenienza di un familiare prossimo, che hanno conosciuto e che ha parlato e ricordato spesso quel luogo e la vita che vi si svolgeva.

Le tipologie di domanda nel turismo di ritorno possono variare: alcune persone possono essere interessate a visitare il luogo preciso in cui sono nate o cresciute; di solito questi visitatori possiedono una traccia ed una connessione con membri della propria famiglia che sono rimasti e vivono nella destinazione del viaggio. Per i discendenti dei migranti, invece, il viaggio delle radici diventa un modo per scoprire i luoghi in cui i loro antenati hanno vissuto, una esperienza altrettanto coinvolgente anche se vissuta da individui che talvolta hanno perso, parzialmente o completamente, il legame con la terra d’origine.

Altre tipologie di turismo delle radici sono legate a questa ultima categoria di viaggiatori, come ad esempio il turismo genealogico, che muove dal desiderio di rintracciare parenti mai conosciuti, approfondire la storia familiare attraverso ricerche d’archivio ma anche semplicemente immergersi nella cultura locale cercando di coglierne l’essenza forse anche nel tentativo di recuperarne la preziosa eredità per le generazioni future.

Con oltre 80 milioni di italo-discendenti in tutto il mondo, è più che logico pensare alla enorme fetta di pubblico che desidera esplorare le proprie origini. Comunità di italiani all’ estero come quella Argentina raggiungono il numero di 870 mila individui (dati AIRE 2020).

Questi ed altri dati vanno certamente collegati  a strumenti e risorse umane che sono in grado di agevolare la ricerca e la connessione.

È questa la principale riflessione che sta dietro la proposta dell’Associazione Sicilian Tour Leaders, già ben collegata alle comunità di Siciliani ed Italiani in Sud America, Stati Uniti e Canada.

Formare professionisti che lavorino alla luce di una più profonda comprensione del fenomeno e delle sue ricadute, non solo dal punto di vista economico e lavorativo ma anche da quello dell’arricchimento culturale che può venirne, è di grande importanza. Anche il nostro paese è chiamato a scoprire vite e orizzonti che non conosce, vicende di separazioni e partenze (spartenze letterariamente ed etnologicamente definite) che concorrono a chiarire cosa si pensi e si valuti giusto – e perché – nel pensiero collettivo di una nazione estera e in particolare nelle comunità, numericamente importanti, che dalle nostre terre si sono staccate e tuttavia vi hanno avuto origine. Conoscere le vicende dei connazionali trasferitisi all’ estero aiuta a comprendere la loro visione del mondo e della storia, ed i valori che inevitabilmente si sono modificati per l’adeguamento a nuovi costumi e nuove leggi. In tal senso il turismo delle radici si profila come un ottimo strumento di inclusione e dialogo interculturale.

Oltre a ciò Il turismo delle radici può rappresentare anche un mezzo per la redistribuzione di risorse verso aree geografiche e comunità a rischio di marginalità economica, promuovendo le destinazioni minori e i borghi con un significativo risvolto di maggiore sostenibilità. Coloro che vengono a scoprire le proprie origini sono più propensi a acquistare prodotti tipici, a prolungare la durata del soggiorno, e a ripetere l’esperienza di viaggio  diventando, una volta rientrati a casa, ambasciatori dei luoghi visitati, il che può decisamente favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici.

Gli enti nazionali del turismo e le comunità locali dovranno pertanto promuovere questa forma di turismo, offrendo servizi dedicati, itinerari personalizzati e supporto nella ricerca genealogica

Tra le sfide da affrontare, vi è ad esempio quella di digitalizzare i documenti di famiglia, soprattutto quelli di data molto antica, per agevolare la ricerca da parte dei turisti.

Una sfida particolarmente impegnativa per gli addetti alla programmazione sarà quella di integrare il turismo di ritorno con le altre forme più tradizionali, come il turismo enogastronomico, il turismo matrimoniale e il turismo culturale nelle quali gli accompagnatori e le guide turistiche sono figure centrali le cui competenze risultano fondamentali per arricchire l’esperienza di viaggio.

In tale ottica, negli incontri previsti dal corso di aggiornamento vari docenti di analisi del mercato, marketing territoriale, economia turistica si alterneranno a docenti di storia e a responsabili di progetti di comunità, di centri studi, consorzi e reti museali sui temi delle strategie da adottare per soddisfare la domanda di esperienze e servizi ed al tempo stesso favorire l’incontro e l’inclusione tra i turisti delle radici e le comunità di origine.

Un elemento essenziale per completare il quadro del turismo delle radici sono certamente i musei dell’emigrazione cui è dedicato specificatamente un incontro del corso.

Queste istituzioni, infatti, trasmettono la storia delle migrazioni, e  più precisamente le storie di coloro che sono partiti lasciando luoghi e famiglia : nel momento in cui vengono raccontate e condivise queste storie collettive e personali promuovono una comprensione più profonda delle sfide, dei sacrifici e delle conquiste delle comunità migranti, diventando uno strumento per rafforzare i valori dell’accoglienza e dell’inclusività in ogni loro forma.

Il modulo per iscriversi al corso può essere richiesto entro il 13 gennaio a [email protected]  chiamando il numero +39 349 816 95 05

Barbara De Gaetani

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