Architettura dell’invisibile: Geometrie segrete e Ierofanie

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La delicata “questione esoterismo” puntualmente riaffiora problematica, come momento di crisi cognitiva e salvifica nei momenti difficili e confusi di passaggi storici come il nostro. Nello scenario del nichilismo avanzante, come diceva N. Gomez Davila, sembra essere una delle vie d’uscita per “la costruzione di un rifugio necessario contro l’inclemenza del tempo”, in risposta alla domanda fondamentale sul “Mistero” fuori dal recinto religioso; poiché “Il mistero più grande di tutti è la realtà” (M. Beckmann, pittore espressionista, 1884-1950).

In nome delle tante “liberazioni” pare essere stato reciso anche il cordone ombelicale con le Verità dottrinarie del perimetro “garantito” dal culto ufficiale. Un tentativo di risposta, nei casi peggiori da semplice consorteria o esotismo New Age, al limite del Nulla, nell’epoca della “morte di Dio”, dove abitano più forti le nostre paure.

Platone nel Timeo ha scritto che gli uomini come le piante hanno radici, ma le hanno in cielo. Proprio questa vertiginosa profondità ribaltata ha a che fare, viene nutrita e svelata, dall’arte vera.

Velare, Svelare, Rivelare, Ri-Velare in arte: considerazioni sulle costruzioni umane di alto ingegno, oltre il limite del loro semplice valore d’uso contingente; sapendo che a maggior ragione questo vale nel caso dei reperti molto antichi, da interpretare come sopravvivenza di stratificazione psichica di materiali ed idee all’apparenza morte o lontane nel tempo.

Non volendo ridurre la “questione esoterismo” ad argomento di studio della sola Massoneria moderna, questa è la lezione sintetica di M. Eliade da tenere a mente: da documentazione antropologica certa, in Polinesia e Micronesia sono state verificate precise corrispondenze fra la distribuzione dei monumenti megalitici, sempre in corrispondenza con culti solari e le antichissime società segrete. Argomento decisivo che vale anche dalle nostre parti.

Ci sta pensando la ricerca modernissima in corso sulla Fisica quantistica a ricordarci che il semplice “sapere è correlato all’informazione, mentre il vero “conoscere” si riferisce al significato dell’informazione (F. Faggin).

Le possibili interpretazioni simboliche/”esoteriche” nella storia dell’architettura, che è quindi ArTeologia, si intrecciano con “il percorso di molte altre discipline storiche, fra le quali la storia delle religioni, la storia della filosofia, la storia dell’arte, la storia della musica, e persino la storia della scienza. Una trasversalità, Roger Caillois l’avrebbe definita una “scienza diagonale”, che costituisce la migliore prova dell’importanza, diremmo anzi dell’insostituibilità che rivestono queste discipline nella ricostruzione della storia del pensiero e della cultura dell’Occidente” (A. Grossato).

Ce ne occuperemo a partire da riflessioni brevi sull’opera d’arte, che possiede la caratteristica fondamentale di avere e rimandare ad un “aldilà”: “Ogni autentica opera d’arte è essenzialmente ‘escatologica’ e proietta il mondo al di là, verso qualcosa che verrà”. (R. Guardini).

L’arte antica, o di Tradizione, è quasi sempre sacra con forti riferimenti al mondo simbolico. Quando la troviamo nei musei significa che è stata sottratta al suo ambiente originario. L’arte contemporanea è dissacrante per statuto. Non è fuori luogo fare osservare che il greco “daimon”/diabolos, l’ebraico “satan”/avversario, è “colui che divide”, significativamente antitetico a “simbolon”, “ciò che unisce”.

E’ questo un tratto fondamentale per la piena comprensione della reale natura del processo di dissoluzione in corso nell’ordine dello spazio e delle società, quale manifestazione e forma del nuovo potere, che per legittimarsi costruisce maschere pseudo esoteriche di contro-iniziazione, per dirla con il migliore R. Guènon.

Hanno un significato particolarmente valido per il nostro tempo questi pensieri di E. Junger, sul valore da assegnare all’arte ed all’immaginario: “la lotta per il potere è preceduta da un contenzioso sulle immagini, oltre che dalla guerra alle immagini… …Ogni autentica guida spirituale si riferisce a questa verità: sa condurre l’uomo al punto in cui egli riconosce la realtà…come fece Cristo, fondatore supremo. … Il rinvio a mondi soprasensibili, con i quali abbiamo perduto il contatto, non fa che accrescere il vuoto. …finora è disponibile soltanto il bilancio nel campo dell’arte”.

In questo breve itinerario sul tema arte-esoterismo ci muoveremo non alla ricerca dottrinaria di una “super-religione riservata a una élite di iniziati” ma di un metodo per  l’approfondimento di temi religiosi e filosofici pre-esistenti (M. Introvigne) e purtroppo banalizzati nella “Società dello spettacolo” venuta a prevalere, quindi non suscettibili di essere modificati dall’applicazione di “gnosi spurie”, attraverso lo studio e la meditazione iconologica dei simboli; una reale possibilità, necessaria per non smarrirsi definitivamente nel mondo “liquido”, genericamente etico-umanitario post-razionale del postmoderno.

L’architettura, in particolare quella al servizio del Sacro, è arte di confine e di sintesi estetica, che spesso per noi è solo anestetico: “percepire attraverso i sensi”.

Il senso stesso del fare artistico oscilla da sempre sulla doppia natura della realtà che si vuole rappresentare: ciò che non si vede (in pittura, per esempio, fino a Giotto) o ciò che si vede (in pittura, per esempio, Caravaggio). In entrambe le atmosfere culturali deve prevalere, tranne che in rari casi, la chiave di lettura simbolica o iconografico/iconologica, il paradosso simbolico della presenza invisibile del corpo visibile. Il senso profondo dell’esoterismo in arte scaturisce perciò dalla considerazione che i simboli sono evidenze storiche, estetiche e culturali il cui senso non si esaurisce al primo sguardo ma che richiedono interpretazioni, incardinati come sono nei processi profondi della memoria delle culture.

La natura stessa della Luce veicola la visione, nel sistema di “cose invisibili manifestate visibilmente” di cui parla San Paolo e che, per essere concretamente percepita ha bisogno dell’oscurità. Le esperienze esoteriche e/o mistiche più importanti nella storia delle religioni sono sempre avvenute nel buio delle grotte o di architetture poderose, dove di manifestano suggestive Ierofanie, come le definisce Mircea Eliade, nell’abbagliante Luce delle Tenebre: “L’architettura delle caverne è, dunque, un insostituibile regesto della storia” (M. Nicoletti). Nelle nostre più recenti ricerche, sulle tracce dell’Architettura Dedalica, “più antica degli antichi” in Sicilia in questo ci siamo imbattuti e ne daremo qualche cenno di orientamento, che traccia una importante ed inedita direzione di studio ancora in corso.

“Se vuoi il nocciolo – dice Maestro Eckart – devi rompere la scorza”. Ovviamente dopo avere coltivato la pianta.

Carmelo Montagna

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