Una vita per la parità, intesa come parità di genere ma anche come parità di opportunità tra tutte le componenti della società; il tentativo di contrastare la condizione di marginalità ed estraneità causata da un orientamento sessuale, una scelta di vita, un ideale politico o civile. Si può riassumere così la parabola esistenziale di Angela Diana Di Francesca, poetessa e scrittrice che ha lanciato Cefalù nella dimensione delle grandi lotte sociali del 900. Internazionale e al tempo stesso stanziale come Leopardi e Kafka, al pari di quelli ci ha mostrato come non andando troppo oltre la siepe si può naufragare o produrre l’America.
Angela è andata In Vietnam, in Cile in Argentina, in Romania e ovunque la protesta e il grido per la libertà abbiano richiesto uno sforzo mentale per essere raggiunti e poi divulgati.
Il pensiero è sempre svincolato e viaggia con ponti di dialogo ma anche per mezzo degli strumenti digitali che accorciano le distanze e Angela, grande comunicatrice, si è subito adeguata senza alcuna difficoltà al computer e ai social (è stata segretaria della ‘Biblioteca Virtual Salvatore Allende’).
Nell’occasione più che mai consona della giornata internazionale della donna, l’Amministrazione Comunale di Cefalù ha riconosciuto il percorso umano ed artistico di Angela Diana Di Francesca intitolandole una via cittadina e dedicandole un ricordo presso il teatro comunale Salvatore Cicero animato dalla presenza istituzionale e dai ritratti tracciati da alcune fra le persone che meglio l’hanno conosciuta nella pluralità dei suoi percorsi e interessi. Franco ha ricordato Angela come donna che si applica a studiare il russo negli anni della guerra fredda per accedere alla stampa in modo franco, e poi come promotrice e animatrice del circolo UDI come luogo di aggregazione e di confronto in cui portare avanti battaglie sociali come quelle per il divorzio e per il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza, invocato non come disconoscimento della sacralità della vita ma come possibilità di accesso, garantita da una legge dello Stato, a servizi di assistenza sanitaria nel caso in cui la coscienza o lo stato di salute non fossero compatibili con l’evento della maternità, E ancora la battaglia per l’apertura alle donne come socie del locale Circolo Unione, un fatto che a metà degli anni ’70 suscitò scalpore tanto da venire sottolineato dalla stampa nazionale (Repubblica titolava un articolo “se lor signori non gradiscono le donne”). Altra ancora fu la protesta contro la mercificazione del corpo femminile nelle campagne pubblicitarie, attuata attraverso l’ allestimento delle vetrine dei negozi di Cefalù proprio in occasione di un 8 marzo con immagini di donne importanti nei settori della cultura, della politica e anche dello spettacolo ovviamente assolutamente vestite come i loro ruoli richiedevano.
La lotta di Angela è stata sempre la lotta laica per un mondo giusto, in cui a nessuno siano negati la solidarietà e la dignità.
L’amica Teresa Triscari, ha rievocato l’esperienza del festival Ars poetica di Bratislava del 2009 nel quale Angela Di Francesca ha rappresentato il nostro paese. Angela superò tutte le selezioni ed entrò a fare parte della rosa dei finalisti. Premiata, infine, non andrà a Bratislava: “non si fece convincere a lasciare il proprio habitat e rimase invisibile, come le città di Calvino, assente eppure protagonista, e con lei l’Italia e Cefalù che uscì, lei si, dalle proprie mura in quella prestigiosa occasione”.
La comunità è erede dell’impegno come dell’attività letteraria e deve esserne fiera custode e prosecutrice in tal senso Triscari ha rivolto alle autorità cittadine l’appello per la riedizione della prima silloge poetica di Angela Di Francesca, il volume ‘I Ponti del Normale’, testo di grande attualità nel suo ermetismo evocativo e riecheggiante i bisogni dell’ uomo moderno.
José Luis sottile, amico di Angela e suo partner in alcune stagioni di spettacolo a ridosso della sua prematura scomparsa, le ha dedicato un momento musicale che l’ha celebrata nel suo essere interprete di un sentimento di universalità, in particolare modo vicina al mondo degli oppressi dell’America latina.
L’incontro è terminato con la proiezione di un video realizzato dai familiari di Angela: un collage di momenti significativi della sua vita e i suoi tanti interessi oltre la scrittura, dalla fotografia, al disegno, nel quale era bravissima, da autodidatta, al costume teatrale, alla recitazione: attrice in tante stagioni teatrali nella compagnia guidata da Accursio di Leo, Angela si è cimentata con vari autori da Anhouille a Capuana a Dario Fo a Sofocle.
Il video si conclude con una poesia composta e recitata fuori campo dalla figlia Marzia che racconta la vita della madre per tappe salienti e chiosa con una citazione da Pirandello:
A chi vuole conoscermi (ma nessuno lo chiede) rispondo: io sono colei che mi si crede.
Barbara De Gaetani