Uri Geller è un personaggio che è ormai entrato a far parte, di diritto, della storia del costume degli ultimi decenni del Novecento. Questo onore è dovuto allo scalpore che hanno suscitato le sue presunte capacità ‘paranormali’, insomma alle sue decantate doti di sensitivo e “paragnosta”. Israeliano, intelligente e indubbiamente dotato di un senso degli affari che forse in lui è un tantino più sviluppato delle sue presunte capacità ‘paranormali’, Uri ha scatenato una delle più grosse polemiche scientifiche contemporanee, avendo in qualche modo «innescato» uno spettacolare fenomeno: quello della deformazione permanente di corpi solidi solo con una azione della mente – quella che viene tecnicamente chiamata “psicocinesi”. Che faceva il buon Uri? Semplicemente piegava forchette, chiavi ed altri oggetti metallici semplicemente sfiorandoli, talvolta soltanto guardandoli, come se fossero di burro. E lo faceva pubblicamente, durante spettacoli dal vivo o televisivi. Inoltre pretendeva di leggere nel pensiero, indovinare dove e cosa fossero oggetti nascosti, insomma di usare la percezione extrasensoriale in tutte le sue forme, con la stessa disinvoltura con cui ci si lecca un gelato o si prende un caffè. Sebbene Geller fosse uomo di spettacolo e prestigiatore, ma affermava che queste mirabilie, non fossero semplici trucchi, ma autentici, quanto misteriosi, fenomeni paranormali. La cosa fece tanto scalpore da indurre titolati scienziati a prenderlo sul serio e a studiarlo anche in laboratori prestigiosi. Un resoconto di alcuni esperimenti condotti con lui come soggetto, condotti da due fisici americani, Harold Puthoff e Russell Targ dello Stanford Research Institute, una delle più aristocratiche istituzioni scientifiche americane, venne addirittura pubblicato su una rivista scientifica interdisciplinare tra le più importanti e severe del mondo (l’inglese Nature), fatto questo mai accaduto nella storia della parapsicologia e che, stando ai risultati, era meglio che non avvenisse; l’articolo di Targ e Puthoff, infatti, («Information transfer under conditions of sensory schielding», Nature, 252, 1974) destò un vero vespaio di polemiche, poiché, ad una più attenta disamina si scoprì che gli esperimenti non erano stati condotti con il necessario rigore scientifico.
La cosa più interessante però, e forse meno nota, fra le performance di Uri Geller è il fatto di aver sostenuto tranquillamente di essere in contatto con gli UFO (acronimo inglese per Unidentified Flying Object, oggetti volanti non identificati, in altre parole di dischi volanti).
Il contenuto delle affermazioni di Geller, riguardo ai suoi contatti con gli UFO e i suoi occupanti è tale da lasciare sbalorditi. Geller sosteneva che i suoi «poteri» si erano sviluppati in lui grazie alla mediazione e all’intervento di strane creature aliene. Lui stesso riportò il suo primo, impressionante incontro con gli UFO che risaliva a quando vide per la prima volta apparire qualcosa di luminosissimo nel suo giardino. Lo stesso Geller sostenne che esistono dei piani universali, e una specie di governo supremo, universale anch’esso, che manda di tanto in tanto sulla Terra i suoi emissari. Naturalmente non ci è dato di conoscere perché ciò avvenga e quali siano i fini di questi ambasciatori cosmici. Sappiamo soltanto che, secondo lui, esistevano e che – proprio a dimostrazione della imperscrutabilità dei fatti extraumani – tali scopi non possono essere attualmente rivelati. Pazienza, ci accontentiamo di quello che dice lui.
Geller non ha mai spiegato se siano stati gli extraterrestri ad insegnarli tutti quei trucchi (talora raffinati, tal altra grossolani) che gli hanno spesso permesso di ingannare, come abbiamo già detto, non solo esterrefatti spettatori, ma anche uomini di scienza, né ci ha mai detto se sono stati gli occupanti degli UFO (coi quali supponiamo abbia molta confidenza) a spiegargli che, affinché la sua missione nel mondo fosse più proficua, doveva farsi pagare profumatamente per elargire dimostrazioni delle sue capacità agli scettici. Se lo faceva, evidentemente ciò doveva avere un senso, in barba a tutti gli scettici e miscredenti di questo mondo.
Un eclettico medico americano, Andrjia Puharich, abbastanza noto per le sue «escursioni» parapsicologiche, è stato un acceso sostenitore non solo non tanto delle capacità dell’israeliano, quanto della sua genuinità nei suoi contatti con gli UFO. Ecco cosa scriveva in proposito: «Avevo avuto il dubbio per tanto tempo, durante le mie ricerche, che l’uomo, da migliaia di anni, fosse in comunicazione con esseri non di questa terra. Opinione personale che proviene da un’attenta lettura della storia delle antiche religioni e dalle mie osservazioni personali, oltre che dai dati raccolti. Quel che non è chiaro è perché queste comunicazioni siano state tenute segrete per così tanto tempo. Con la pubblicazione di questo libro (si tratta del volume di cui è autore, Uri Geller, pubblicato nel 1974 negli Stati Uniti e in Italia nel 1975, ndA), comunque, molti dei segreti cosmici vengono svelati, ma il fatto di avere reso note certe cose in effetti solleva più domande che risposte. Una tra le prime di queste nuove domande è molto importante: perché Uri Geller è stato prescelto per essere l’ambasciatore di una civiltà progredita? E come mai io sono diventato il principale testimone di questa opera e il sommo scriba delle sue rivelazioni che vanno gradatamente svelandosi?».
È implicito che alla domanda del dottor Puharich non è stata data ancora risposta; tra i quesiti, però, v’era qualche certezza, nel dottor Puharich. Per esempio che esisterebbe un Consiglio dei Nove (che sarebbe l’equivalente di Dio) che ha come subordinati dei Controllori dell’Universo, che a loro volta raggiungono le varie civiltà planetarie per mezzo dei messaggeri. Spesso questi messaggeri sono degli UFO e Geller sarebbe stato il loro intermediario sulla Terra. È assai spoetizzante rendersi conto di come, anche a livello di piani universali, esista una struttura burocratica che poi, per essere sinceri, non sembra differire molto da quella di una comunissima media azienda…
Commentando le affermazioni di Puharich – e le fandonie di Geller – un noto parapsicologo americano, Scott Rogo, che tra l’altro non era certamente tra i più «allineati», scrisse: «E’ doloroso, o addirittura tragico, che un medico dotato di una seria preparazione scientifica come il dottor Puharich, il quale si considera un parapsicologo, abbia voluto ignorare i parametri di giudizio adottati dalla parapsicologia, anzi da quasi tutti i rami dell’indagine scientifica».
Se questo giudizio (già abbastanza generoso) chiude il discorso sulla attendibilità scientifica delle «rivelazioni» di Geller e sulle convinzioni di Puharich, sta di fatto che le affermazioni sia del primo che del secondo hanno riproposto un problema certamente interessante: quello del rapporto tra fenomeni paranormali e avvistamenti di UFO.
Problema che può essere posto in questi termini: gli UFO hanno qualcosa a che fare con la parapsicologia? C’è qualche punto di contatto tra questi strani oggetti che solcano i cieli e i fenomeni paranormali? È giustificato l’interesse di alcuni per «teorie» che connettono le due cose, in apparenza assai diverse tra loro, almeno quanto la psicologia del profondo lo è dall’astronomia?
Vediamo anzitutto più in dettaglio cos’è un UFO. Come probabilmente il lettore sa, UFO è una sigla formata dalle iniziali delle tre parole Unidentified Flyng Objects, oggetti volanti non identificati. La più completa ed esaustiva definizione di questi stranissimi fenomeni è quella fornita dal «decano» dell’ufologia, la disciplina che appunto tenta di indagare con metodo scientifico questi oggetti volanti, Allan Hynek: «Noi possiamo definire un UFO – scrive il prof. Hynek – semplicemente come la percezione riportata di un oggetto o luce visto nel cielo o sulla terra il cui aspetto, traiettoria, e generale dinamica e comportamento luminoso non suggerisce una logica, convenzionale spiegazione e che non solo rimane misterioso al percipiente, ma rimane inidentificato dopo l’attento esame di tutta l’evidenza ottenibile da persone tecnicamente competenti nel fare una comune identificazione, se essa è possibile».
Ebbene questo è un UFO. La definizione è certamente appropriata, ma non risolve affatto il problema della natura di questi oggetti volanti non identificati per definizione. Per risolvere il problema sono state elaborate varie teorie. La principale è quella extraterrestre, che, in breve afferma che gli UFO sono delle astronavi provenienti da altri pianeti.
La seconda corrente teorica afferma che gli UFO provengono da dimensioni parallele alla nostra; in virtù di interazioni tra queste realtà parallele o addirittura a «inganni cosmici» dei quali ci sfugge totalmente il senso questi UFO farebbero le loro mirabolanti comparse nei nostri cieli. Non si tratterebbe, quindi, di astronavi bensì di qualcosa d’altro, misteriosi messaggeri da un’altra, non specificata e non specificabile altra dimensione (che è poi quello che sosteneva Geller). Nulla di scientifico, ovviamente, ma soggetto ottimo per un romanzo di fantascienza – e ne sono stati scritti tanti su questa falsariga. Ma esiste una terza ipotesi.
Gli ufo sono psichici?
Le caratteristiche degli UFO sono stranissime. Essi appaiono e scompaiono improvvisamente, si muovono nel cielo secondo traiettorie fuori dall’ordinario, addirittura (come in un caso famoso accaduto in Francia) si compenetrano tra loro. Come è possibile che tante straordinarie evoluzioni possano essere spiegate fisicamente? Di fronte a questa domanda la fantasia si scatena, frenetica. E così alcuni studiosi del settore hanno ipotizzato semplicemente che gli UFO possano essere delle ‘materializzazioni’ psichiche. Sarebbero creati, cioè, dalla mente umana collettiva come risposta a situazioni sociali ansiogene o angoscianti riguardanti ampie popolazioni. In realtà si tratta di una ipotesi del tutto indimostrabile, anzi proprio contraddetta dai fatti. Gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati, spesso in vere e proprie formazioni comprendenti un gran numero di essi (in questi casi si parla di flaps), sono stati registrati un po’ dappertutto nel mondo, senza nessuna correlazione con situazioni di angoscia sociale.
Da parte mia posso benissimo supporre che gli UFO siano degli aeroplani marziani, ripieni di marmellata, che provengono da una base sotterranea sita presso il polo settentrionale del pianeta Marte. Poiché i marziani che li pilotano, oltre a essere molto avanti nelle loro conoscenze tecniche sono anche dei burloni, essi si divertono ad apparire coi loro aeroplani e a sparire sto gli occhi esterrefatti dei terrestri; se fosse dimostrato che esiste una civiltà marziana sotterranea, se fossero dimostrate le conoscenze tecniche e la natura burlona dei marziani, se fosse dimostrato che essi amano la marmellata a tal punto da portarsela in giro per la galassia sulle loro astronavi, la mia teoria avrebbe un valore scientifico. Ma la scienza, purtroppo, non si fa con i se o con i forse.
D’altra parte talvolta si incontrano taluni casi piuttosto fuori dal comune in questo incerto territorio di confine. Uno di essi ebbe per protagonista e testimone Berthold Schwartz, uno psichiatra e parapsicologo americano. Schwartz conobbe una sua paziente, Miss Lansing, che sosteneva di essere in contatto con gli UFO e voleva convincerlo della assoluta veridicità delle sue affermazioni. Per accontentarla un giorno Schwartz decise di recarsi insieme a lei a un «incontro» con questi misteriosi esseri provenienti da altri mondi. L’episodio avvenne nel febbraio 1971 e lo stesso Schwartz lo descrisse in questi termini: «Andai con lei alle 4 del mattino ad uno dei suoi familiari luoghi d’incontro con gli UFO, che dominava la cima di una collina che era sgombrata da fili di alta tensione. In quel momento il cielo grigio si illuminò improvvisamente e noi vedemmo un disco pulsante, di una luminosità giallo-arancione, una luce che scivolava silenziosamente, che si contraeva e si espandeva, che scompariva e riappariva. Miss Lansing la fotografò intermittentemente per alcuni minuti, mentre io registravo l’evento. Le stelle e la luna furono fotografate per controllo». Un’altra volta un fenomeno simile avvenne nei pressi dell’abitazione di Schwartz.
Schwartz scrive infatti, i modo abbastanza sibillino, che la cima della collina vicina al punto dove avvenne l’avvistamento, era stata «sgombrata per fili di alta tensione», il che può significare due cose: o che la cima della collina era stata sgombrata per installare dei pali per fili dell’alta tensione, oppure che i fili di alta tensione c’erano già.
In questo caso esiste una spiegazione più «normale», come è stato suggerito da Martin Johnson, psicologo dell’Università di Utrecht:
«Un alto numero di osservazioni UFO – scrive Johnson – sono state fatte in vicinanza e attorno a fili di alta tensione, visioni che sono state caratterizzate dall’essere giallo-arancioni e dal loro movimento scivolante. È stato suggerito, e in qualche grado anche simulato in condizioni di laboratorio, che questi fenomeni luminosi sono o plasma-fenomeni o dischi di gas che, a causa dei fili di alta tensione, sono stati portati a bruciare». Naturalmente l’ipotesi di Johnson può anche essere errata, ma non stiamo discutendo delle opinioni pro o contro l’ufologia e della loro esattezza, ma della relazione tra scienza della psi e ufologia. Nulla di paranormale, quindi.
Insomma, esiste un gran numero di evidenze che sembrano dimostrare la realtà dell’avvistamento di oggetti volanti non indentificati, con una distribuzione sostanzialmente casuale, e senza che si sia riusciti sinora capire cosa in realtà siano, da dove vengano, o il significato della loro presenza. Tali avvistamenti sono spesso collettivi e peraltro talvolta confermati da fonti dell’aeronautica civile e militare. Questi sono fatti. Ma che cosa sono questi oggetti volanti misteriosi? E’ qui che casca l’asino, come si dice. La definizione di non identificati dice tutto sulle conoscenze attualmente disponibili sulla loro natura. La scienza, che comunque ha dedicato e continua a dedicare a questi strani eventi una legittima attenzione, si ferma qui. Aggiungere a questo dato di fatto fenomeni paranormali, certezze sull’esistenza di extraterrestri, o convinzioni deliranti di comunicazioni dirette con alieni misteriosi, serve solo ad intorbidire ulteriormente le acque già torbide dello stagno di una “para-scienza” che, è il caso di dire, non sta né in cielo né in terra.
Giovanni Iannuzzo