Luce/Oscurità – Morte/Resurrezione nei riti in ipogeo di Catabasi e Anastasi

0
64

Con i riti e le liturgie del Tempo Sacro nella Settimana Santa Cristiana siamo nel cuore della tematica Luce/Oscurità-Morte/Resurrezione nei suoi Archetipi universali che ho cercato di analizzare nella consistenza architettonica “ipetrale” sopravvissuta dei nostri ipogei con Oculus zenitale, fra Velamento e Rivelazione della loro presenza antichissima: che pure un senso di Tradizione avrà avuto per i loro geniali costruttori, nella continuità plurimillenaria di forme e culti all’apparenza variegati. Quindi anche per noi, se vogliamo usare l’intelligenza per capire e ri-partire per la valorizzazione.

In particolare il “racconto” delle Ierofanie luminose che abbiamo faticosamente capito in lunghe dinamiche di osservazione rafforza ed orienta le considerazioni di sintesi per il Pantheon della Sicania, che di fatto sembra essere la thòlos della Gurfa. Misteri e sapienza costruttiva che delineano il Genius Loci, la Forma e la Sacralità perenne del luogo, nel simbolismo dell’Axis Mundi; eroica Catabasi di Terra e Luce, in un Telesterion, palazzo protostorico per la figura egeo-sicana del Re del Mondo/Minos, di probabile Scuola Dedalica, cripta funeraria dinastica e santuario tholoide della Grande Madre mediterranea, associata al simbolo del Tridente di Poseidon, che vi ho  rinvenuto; con una continuità di culti che comprende una importante presenza storica dei Cavalieri Teutonici, passando per le precedenti fasi bizantina ed islamica. In particolare quella “Croce su Golgota” bizantina del primo piano, seconda stanza, o  l’incisione “IHS di accesso alla thòlos, spiegano alla perfezione il motivo del riuso cristiano degli ipogei.

Per chi avesse qualche dubbio sulla ammissibile “linearità teologica” del passaggio di riuso cristiano di ambienti genericamente “pagani”, alla Gurfa come altrove, vale il rinvio dottrinario a questa posizione di Joseph Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI: “Come prima cosa potremmo ricordare questo: l’esperienza religiosa dell’umanità prende le mosse dai luoghi sacri in cui, per qualche motivo, all’uomo è dato di avvertire la speciale presenza del totalmente Altro, del divino. Può trattarsi di una sorgente, di un albero maestoso, di una pietra misteriosa, oppure anche di un avvenimento straordinario accaduto in qualche: tutte cose che possono agire in questo senso. Subito, però, si profila il pericolo che, agli occhi dell’uomo, il luogo in cui ha fatto esperienza del divino e il divino stesso si confondano tra di loro, ed egli finisca per credere a una presenza particolare del divino in quel luogo, ritenendo di non poterla trovare altrove: quel luogo diviene un luogo sacro, un santuario del divino. Il legame del divino al luogo, che ne deriva, conduce poi, per una specie di necessità intrinseca, anche alla sua moltiplicazione: siccome l’esperienza del sacro si verifica non solo in un unico luogo, bensì in molti, e il divino viene di volta in volta pensato in relazione al rispettivo luogo, si arriva a una pluralità di divinità locali che diventano così, nello stesso tempo, divinità particolari delle relative località. Una certa eco di tali tendenze si può constatare persino in ambito cristiano, allorché per dei fedeli meno illuminati le Madonne di Lourdes, di Fatima o di Loreto sembrano proprio esseri diversi e per nulla la stessa persona.”

(Joseph Ratzinger, Introduzione al Cristianesimo, ed. Queriniana, pp. 113-114, 2005. 26^ edizione- 1^ ed. Tedesca 1968)

Per quanto ci riguarda in queste nostre ricognizioni, il concetto di Tradizione è orientato all’interpretazione del termine che ne ha dato Ernst Junger, secondo cui  si tratta del contatto mai interrotto con forze sovrumane, per la cui responsabilità ogni generazione risponde a se stessa, ovviamente sulla linea viva di un Magistero.

Va aggiunta qualche altra annotazione per capire l’uso potenzialmente sacrale di continuità dei nostri ambienti tholoidi in tempi post-antichi e Cristiani, di Tradizione Bizantina, dei Cavalieri Teutonici o altro. La riflessione sulla diversa iconografia della stessa idea di Resurrezione nell’Oriente Cristiano rispetto al Cattolicesimo occidentale si presta ad utili considerazioni sul tema dell’apparire nelle Ierofanie di Luce e del misterioso rito ancestrale, perfettamente compatibile con le “stanze della Gurfa”, della fase di discesa-Catabasi al mondo infero che precede l’Anastasi di risalita luminosa. Nella Tradizione della Chiesa Cattolica la Pasqua viene pensata e figurativamente rappresentata, con la potenza folgorante del Cristo Risorto che, in uscita dal sepolcro, vince definitivamente sulla Morte. Sono tantissime le opere d’arte che supportano queste idee. Nella Tradizione della Chiesa Ortodossa-Bizantina le Icone del Risorto sono molto poche e la Pasqua viene ritualmente celebrata meditando sulla discesa agli Inferi, dove si compie il vero riscatto con la Resurrezione definitiva dell’umanità caduta, figlia di Adamo ed Eva, ad opera di Gesù Cristo con il mistero dei tre giorni ctonii. “Come Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’Uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra”, scrisse l’Evangelista Matteo.

La Tradizione cristiana contempla il Mistero del Sabato Santo con il silenzio liturgico per il ‘Re del Mondo che dorme’.

Nell’Anastasis di Costantinopoli (Fig.1) viene riassunto e rappresentato nella potente ‘mandorla di Luce’ il Mistero della discesa-Catabasi di Cristo agli Inferi.

Fig. 1 – Anastasis di Costantinopoli, 1310-1320

Altro riferimento suggestivo di sintesi scultorea è il Cristo Velato, di Giuseppe Sanmartino (1753), nella Cappella Sansevero di Napoli (Fig.2). È l’opera che pone in maniera più attenta e profonda il rapporto misterico fra Morte e Resurrezione cristiana. E’ il suggestivo ed enigmatico rimando nelle apparenze del Visibile e dell’Invisibile, del Velare, dello Svelare e del Ri-Velare; di quel sudario/Sindone marmoreo e miracolosamente trasparente che coglie l’attimo del respiro fra Morte e Vita del Cristo appena prima della Resurrezione, fra Tenebre e Luce.

Fig. 2 – Cristo Velato (1753), di Giuseppe Sanmartino, Cappella Sansevero di Napoli

La Catabasi del Sabato Santo è ben sintetizzata in due immagini pittoriche esemplari: Pietro Lorenzetti, Discesa al limbo (Fig.3) e Cristo trae Adamo dagli Inferi, Venezia, Basilica di San Marco (Fig.4).

Fig. 3 – P. Lorenzetti, Discesa al limbo (1320), Assisi, chiesa di San Francesco

Fig. 4 – Cristo trae Adamo dagli Inferi (1250), Venezia, Basilica di San Marco

Il Sabato Santo è il giorno liturgico del buio e delle tenebre, del silenzio più inquietante, nella Tradizione Cristiana. Gesù Cristo scende nell’Ade per poi ascendere al Paradiso. E’ conoscenza antichissima praticata in forma iniziatica in tutti i riti di Catabasi-Anastasi, discesa nella Morte e risalita di Resurrezione, nei culti mediterranei. Gesù Cristo la pratica definitivamente per la salvezza universale “alla pienezza dei tempi”. Il Credo o Simbolo degli apostoli è l’antichissima formula di fede del Cristianesimo. La parola Symbolum comparve in testi cristiani nel III secolo e venne inserita quale parte integrante nel rito del battesimo: “Gesù patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte.”

  1. Zolla ne ha scritto un testo formidabile nel 2002, Discesa all’Ade e resurrezione, ed. Adelphi, dal quale riporto la parte più illuminante: “Accompagnando insieme a Gesù la discesa nell’Ade, tutti avrebbero rifatto il percorso di Odisseo e di Enea. … Gesù vi scese e fu veduto mentre attraversava i torrenti inferi, quindi spingeva in alto Adamo, Eva e i patriarchi salvati. …Gesù scende nell’Ade e sale corporalmente al Paradiso, ombra di morte e fulgida stella fuse insieme, tenebra impenetrabile e luce sfolgorante divenute la stessa identica cosa… La liturgia della Chiesa orientale riproduce fedelmente queste opposizioni. La festa più importante dell’anno è la Pasqua, e l’adiacenza di venerdì e sabato ne forma il simbolo primario.”

Auguri di buona Pasqua.

Carmelo Montagna

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here